Violenza su una ragazzina di 14 anni, la mamma inchioda il suo convivente
di Teodora Poeta
Così sarebbe iniziato l’approccio, terminato in una vera e propria violenza sessuale passata per messaggi attraverso i quali lui chiedeva alla bambina di restare da sola. I fatti contestati al 39enne, contumace a processo, risalgono ad un periodo che va dal 2014 al 2015. Ad un certo punto fu la stessa bambina a confidarsi con una maestra di scuola. A far crollare, così, il muro di silenzio che aveva eretto come protezione attorno a sé. Ma quando si mise in moto la macchina degli assistenti sociali, la mamma capì che anche i suoi sospetti erano fondati. In casa c’era qualcosa che non andava tant’è che lei stessa aveva iniziato ad avvicinare la figlia per capire l’origine di quel malessere che la bambina mostrava quando stavano tutti assieme.
La verità è stata sconvolgente. Un racconto che nessuna mamma vorrebbe mai sentire. Secondo la bambina il patrigno in almeno un paio di occasioni si sarebbe presentato nella sua cameretta di notte. In particolare, si sarebbe anche masturbato davanti alla minorenne e le avrebbe inviato più volte immagini pornografiche che la ritraevano tramite whatsapp oltre a messaggi nei quali la invitava a dormire da sola proprio per poter poi approfittare di lei. Dopo la denuncia della mamma alle forze dell’ordine il fascicolo all’epoca andò sul tavolo del pm Irene Scordamaglia, passata poi in Cassazione, la quale all’esito delle indagini chiese prima la misura del divieto di avvicinamento dell’uomo e successivamente il processo. Al 39enne sono stati contestati sia la violenza sessuale, aggravata dall’età della bambina al momento dei fatti minore di 14 anni e dall’abuso di relazioni domestiche e di coabitazione, sia la corruzione di minorenne aggravata e il reato di molestie. Si parla di palpeggiamenti, ma anche di rapporti intimi veri e propri confermati, a quanto pare, anche da un medico che visitò la bambina. In fase di indagini preliminari la prova venne cristallizzata con un incidente probatorio e la minore anche in fase dibattimentale, tutto a porte chiuse per la delicatezza del tema trattato, è stata sentita. A costituirsi parte civile la madre con l’avvocato Eugenio Galassi. Mentre la difesa, sostenuta dall’avvocato Giacinta Cingoli, in attesa delle motivazioni che usciranno tra 90 giorni, già annuncia il ricorso in Appello.
Ultimo aggiornamento: Sabato 15 Dicembre 2018, 11:35
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