Vignetta su Lollobrigida, Arianna Meloni: «Dietro cattiverie ci sono le persone». Infuria la polemica: cos'è successo

Scoppia il caso dopo una vignetta ironica contro il ministro, che due giorni fa era finito nella bufera per le sue parole sulla «sostituzione etnica»

Vignetta su Lollobrigida, Arianna Meloni: «Dietro cattiverie ci sono le persone». Infuria la polemica: cos'è successo

di Redazione Web

Stesi sul letto insieme, una donna bianca e un ragazzo di colore: «E tuo marito?», chiede lui. «Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica», la risposta di lei. È una vignetta di Natangelo, sul numero di oggi del Fatto Quotidiano: il riferimento, neanche troppo velato, è al ministro Francesco Lollobrigida, la cui moglie è Arianna Meloni, sorella della presidente del Consiglio. E la vignetta ha scatenato le reazioni di tutta la maggioranza e persino di parte dell'opposizione.

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La polemica sulla vignetta

Lollobrigida due giorni fa era finito nella bufera per le sue dichiarazioni sul calo delle nascite, in cui condannava appunto la «sostituzione etnica»: parole che avevano scatenato le critiche dall'opposizione, con Elly Schlein che lo accusava di «suprematismo bianco» e di diffondere «idee degli anni '30». La vignetta, se possibile, attira oggi ancora più critiche rispetto alle parole del ministro, ma soprattutto ha scatenato l'ira di governo e maggioranza, con la stessa premier Giorgia Meloni intervenuta a 'difesa' della sorella Arianna.


Quest'ultima si è poi sfogata sul suo profilo Facebook«Lo sanno queste persone che dietro alle loro cattiverie esistono persone? Persone con i loro problemi, le loro angosce, con i loro sentimenti, con le loro paure? - scrive Arianna Meloni - Ma soprattutto con le loro famiglie, i loro amici, i colleghi di lavoro e i loro Figli? Lo sanno, ma per loro attaccare l'avversario vale anche la destabilizzazione della vita delle persone e delle loro famiglie».

Il caso della vignetta

«Misogina», «sessista», «ripugnante». La vignetta pubblicata dal Fatto Quotidiano contro il governo non è piaciuta a nessuno, nemmeno alle forze politiche di opposizione, che si sono dette contrarie a un tipo di satira irrispettosa e scadente nell'offesa. Tra i primi a commentare la vignetta è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha criticato su Facebook le «allusioni indegne» fatte alla sorella, considerate« in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna».

Unanime la solidarietà mostrata dagli esponenti di governo, così come quella giunta dai partiti di opposizione. È una vignetta «disgustosa e volgare» ha detto il capo di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha parlato di «aggressione mediatica» da parte del Fatto. Per Azione «si tratta di volgarità pura e semplice», come ha affermato Carlo Calenda. Più neutro Giuseppe Conte, capo dei Cinque Stelle, per il quale «la satira rimane satira». Assente nel coro dei commenti,fino alla tarda serata, è invece la voce della segretaria del Pd Elly Schlein, così come quella del capo della Lega Matteo Salvini. In entrambi i casi, comunque, ci sono state dichiarazioni da parte di altri membri dei partiti in questione.

Per una volta, quindi, maggioranza e opposizione sembrano essersi trovate d'accordo su qualcosa senza troppe remore. Tuttavia, non sono mancate le discussioni. Durante una seduta alla Camera, Augusta Montaruli (Fdi) ha espresso la sua solidarietà alla sorella di Giorgia Meloni, invitando gli altri a fare lo stesso. È stato il tentativo di replica di Marco Grimaldi (Avs) a far scoppiare la bagarre. «La sinistra si sfila dalle battaglie contro la misoginia se non ne ha una convenienza politica» ha commentato poi Giovanni Donzelli, deputato di Fdi, mentre Grimaldi ha definito «inaccettabile» l'impedimento del suo intervento.

Passando dal mondo politico a quello giornalistico, il disappunto per la pubblicazione della vignetta resta invariato. «Il diritto di satira cede il posto a un contenuto sessista e disgustoso» ha dichiarato il presidente dell'ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, il quale ha suggerito «qualche giorno di vacanza» al vignettista del Fatto.

Nonostante tutti gli attacchi, però, resta impassibile il direttore della testata Marco Travaglio, rifiutatosi di «spiegare le battute a chi non le capisce». Mentre in un tweet del Quotidiano viene rivendicata la libertà di espressione e di satira, «ancora una volta attaccata dal potere».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Aprile 2023, 17:53
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