Un aspirapolvere di domenica mattina, una scarpa tacco 12 che ticchetta a tarda sera al piano di sopra. Cose da niente, cose di tutti i giorni, ma che fanno l'effetto della tortura della goccia cinese e scatenano l'aggressività contro il vicino che incontriamo tutti i giorni sui pianerottoli. E che finiscono per ingolfare i tribunali italiani: secondo stime approssimative sono circa due milioni le cause pendenti per liti tra condòmini.
I più attaccabrighe? I campani e i laziali, con più di 190mila cause aperte. Seguono siciliani e veneti, con circa 160mila procedimenti pendenti. Un po' più tranquilla la convivenza in Liguria e nelle Marche (50 mila cause iscritte a ruolo). I prìncipi del laissez faire sono i trentini: 30mila cause.
Un'inedita ricerca del Codacons, raccolta dall'Adnkronos, ha stilato la classifica delle sette principali scintille scatenanti dei conflitti tra vicini di casa.
La quarta causa di litigio, l'uso delle aree comuni come proprietà privata: auto o moto parcheggiate dove non si deve, per dire. Quinto posto, la convivialità di cortile: bambini che giocano a pallone, persone che parlano a voce alta. In sesta posizione le vertenze con l'amministratore di condominio. E infine, pure l'uso dei balconi fa litigare: settimo posto alle lite per piante innaffiate, tovaglie e tappeti sbattuti. Perfino le briciole del vicino possono portare davanti a un giudice.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Dicembre 2022, 14:44
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