Vesuvio in fiamme, carabinieri affrontano gli incendi senza equipaggiamento né mascherine
di Matilde Andolfo (Tv Luna)
Le lingue di fuoco lambiscono l'area, il bosco minacciando case e persone. I carabinieri hanno il compito di bloccare le strade, ma provano tuttavia a dare una mano, aiutando i meravigliosi vigili del fuoco, addetti della protezione civile, volontari e personale regionale. La sensazione è che manca una strategia per domare i due chilometri di roghi. Il fumo avvolge tutto e tutti. È una impresa restare integri, intrappolati in quell'inferno. E poi veniamo a sapere che questi uomini, questi carabinieri fino a qualche ora prima erano nel cuore della città, a Napoli, a pattugliare strade e prevenire reati. Dirottati all’improvviso su Boscoreale e dintorni e poi nuovamente rigettati nella mischia della città.
E mentre tutti, ahimè anche colleghi, sono intenti a indignarsi e a battersi il petto da un lato postando foto del “Vesuvio violentato, bruciato, tradito…” farcite con la solita retorica buonista del chi più ne ha più ne metta che lava le coscienze e dall’altro con le bufalone, grandi come case, dei gatti arsi vivi per favorire fiamme e canili con mille cani in pericolo, nessuno - ma proprio nessuno - si chiede come mai nel 2017 non si è ancora attrezzati a fronteggiare un incendio che a causa dell’inadeguatezza di mezzi e di coordinamento è sfuggito ad ogni controllo. Alla faccia dei protocolli d’intesa, degli annunci dei sistemi di telerilevamento, delle sbandierate videosorveglianze, delle strade sicure e delle norme anti roghi. La verità è oltre la speculazione edilizia. L’emergenza, lo stato di calamità portano soldi e i signori del fuoco, camorristi e non, lo sanno e non aspettano altro. Che cioè la pioggia di fondi si abbatta anche nei comuni dell’emergenza roghi. Emergenza poi… incendi che si ripetono ciclicamente non sono emergenza. La Procura avvierà una indagine, ma resta il dubbio che questi criminali la pagheranno cara.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Luglio 2017, 17:32
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