Vaccino, Pregliasco: «Terza dose? Era prevedibile, ma non è ancora detto che toccherà a tutti»

Vaccino, Pregliasco: «Terza dose? Era prevedibile, ma non è ancora detto che toccherà a tutti»

di Domenico Zurlo

Professor Pregliasco, virologo e docente dell’Università Statale di Milano, ritiene giusto dare la terza dose ai fragili?
«Era nel destino. I dati di diversi studi clinici dimostrano che a sei mesi dalla doppia dose c’è una perdita di 10 punti percentuali nella protezione: purtroppo lo si sapeva e non ci stupisce: oltretutto c’è la variante Delta che complica tutto». 

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Ora toccherà ad anziani e sanitari? 
«I primi destinatari dovrebbero essere immunodepressi, residenti nelle RSA e sanitari: poi bisognerà valutare se nella popolazione generale ci si può accontentare della protezione delle due dosi. Dipenderà dalla strategia vaccinale, ma anche dall’andamento epidemiologico». 


Il governo fa bene a insistere sul Green pass? 
«Il vaccino ha dimostrato a livello internazionale un’ottima efficacia e anche il profilo di sicurezza si sta consolidando.

Il green pass è come mettere i paletti dello slalom: c’è chi dice che limita la libertà, ma nella convivenza civile ci sono vari elementi che lo fanno. Conta l’interesse collettivo». 


Sarà necessario l’obbligo vaccinale? 
«Sì, se si vuole vaccinare con la più ampia velocità possibile: l’Italia lo ha già fatto, si pensi alla legge Lorenzin. Rispetto ad altri Paesi non siamo messi male, ma il dato è ancora basso specie nei soggetti a rischio e va trovato un modo per portarsi avanti: al di là dei no vax, c’è uno zoccolo duro di dubbiosi che non si schiodano».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Settembre 2021, 08:40
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