Studio Sapienza-Umberto I: vaccino anti Covid più efficace tra giovani, donne e non fumatori

Ora si valuterà l'effetto dopo la somministrazione della terza dose già in corso all'Umberto I

Studio Sapienza-Umberto I: vaccino anti Covid più efficace tra giovani, donne e non fumatori

La risposta anticorpale al vaccino anti-Covid è migliore nelle donne, nei soggetti più giovani, non fumatori e in assenza di patologie ad alto rischio di eventi cardiovascolari, e si mantiene, pur calando, anche dopo 6 mesi dalla somministrazione. Questi, in sintesi, i risultati di uno studio coordinato dall'università Sapienza e dal policlinico Umberto I di Roma. I dati, presentati durante l'Assemblea della Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza, riguardano 2.065 operatori sanitari in maggioranza donne (63%), immunizzati con il vaccino di Pfizer-BioNTech.

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La ricerca, promossa e incentivata direttamente dalla rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, e dal direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I, Fabrizio d'Alba evidenzia che, «a distanza di 2 mesi dalla seconda dose di vaccino, solo lo 0,14% dei soggetti (3) ha mostrato una insufficiente risposta anticorpale (<13 Au/ml o 34 Bau/ml). Il titolo degli anticorpi anti-S TrimericS ha mostrato valori mediani più alti nelle donne rispetto agli uomini (674 vs 591 Au/ml) e nei soggetti più giovani (18-30 anni =>800 Au/ml - 2.080 Bau Au/ml), riducendosi con l'avanzare età fino a livelli mediani di 535 Au/ml (Bau=1.391 Au/ml) nei soggetti sopra i 60 anni. Inoltre la presenza di patologie concomitanti ad alto rischio di eventi cardiovascolari, come ipertensione, diabete e dislipidemia, correlava con un più basso titolo di anticorpi. Anche il fumo sembra essere un importante determinante della risposta anticorpale: i fumatori presentavano una risposta anticorpale significativamente più bassa rispetto ai non fumatori (674 vs. 551 Au/ml)».

Quanto ai risultati «a distanza di 6 mesi dalla prima dose di vaccino, il titolo di anticorpi si è ridotto di circa il 75% ma la maggior parte dei soggetti mostrava ancora una buona risposta anticorpale, passando dalla mediana a 2 mesi di 626 Au/ml a quella a 6 mesi di 147 Au/ml.

Inoltre, solo lo 0,8% (12 soggetti) mostrava una risposta anticorpale insufficiente. Il sesso è l'età si confermavano, anche dopo 6 mesi dalla somministrazione del vaccino, determinanti della risposta anticorpale, con una più marcata riduzione dei livelli di anticorpi negli uomini e nei soggetti più anziani».

Lo studio - spiegano dalla Sapienza - prevede ulteriori analisi dei dati allo scopo di individuare i determinanti indipendenti della risposta anticorpale, ed è prevista la valutazione della risposta alla somministrazione della terza dose che da oggi è già in corso presso il Policlinico Umberto I. «Il monitoraggio clinico post vaccinazione rappresenta una fase importante della ricerca medica e i risultati dell'indagine che stiamo conducendo ci permettono di associare il tipo di riposta anticorpale con variabili importanti come l'età, il sesso, la presenza di comorbidità e gli stili di vita - afferma Polimeni - Sapienza ancora una volta mette le proprie risorse a servizio della società civile, anche grazie alla disponibilità del personale sanitario che ha colto l'importanza di questo studio: la valutazione della quantità e qualità della risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione consente di valutare l'efficacia protettiva del vaccino». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Ottobre 2021, 20:35
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