Vaccini obbligatori: il Veneto dice no alla legge, la Lombardia valuta. Maroni: "No scontri col governo"

Vaccini obbligatori: il Veneto dice no alla legge, la Lombardia valuta. Maroni: "No scontri col governo"
Ci sarà tempo fino all'anno scolastico 2019-2020 in Veneto per presentare tutta la documentazione vaccinale per i bimbi da zero a sei anni ed evitare la decadenza dell'iscrizione dagli asili nido e infanzia: è quanto prevede il decreto che predispone le «indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin», firmato dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan. 

MARONI: NON VOGLIO LO SCONTRO La Regione Lombardia sta valutando, dopo la nuova circolare del Governo, se approvare o meno l' annunciata delibera sull'applicazione della legge sui vaccini, valutazione che era prevista nella Giunta che si è riunita stamane ma che non ha preso una decisione. «Non voglio lo scontro col Governo - ha detto il presidente Roberto Maroni -. Ho parlato con la ministra Fedeli, ci siamo chiariti. Non c'è posizione di conflittualità, vogliamo risolvere il problema con la leale collaborazione tra istituzioni». 

LOMBARDIA La diatriba fra Regione e Governo era nata la scorsa settimana dopo l'annuncio della Giunta lombarda di voler concedere un percorso di 40 giorni di tempo dall'inizio della scuola per mettere in regola i bambini iscritti agli asili nido (gli unici di competenza diretta) dal punto di vista delle vaccinazioni. Percorso che avrebbe dovuto essere formalizzato nella delibera attesa per oggi. Magari già «entro stasera», è stato spiegato da Maroni insieme all'assessore al Welfare, Giulio Gallera, la Regione deciderà se procedere con una delibera o un semplice provvedimento attuativo interno, dopo aver valutato dal punto di vista politico e legale anche la risposta del governo alla lettera inviata nei giorni scorsi dalla Regione. Magari già «entro stasera».

La risposta a firma dei ministri Fedeli e Lorenzin, hanno riferito Maroni e Gallera, è arrivata questa mattina. «La lettera - ha sostenuto il governatore - riconosce l'impegno e la correttezza delle questioni poste dalla Regione Lombardia. Il primo settembre è stata disposta una circolare che risponde proprio alle nostre preoccupazioni. Ma a differenza delle ministre riteniamo che non tutte le nostre esigenze, per semplificare la vita dei cittadini, siano state accolte dalla circolare». L'assessore Gallera ha ribadito che in Lombardia «si applica la legge» ma per ottenere l'obiettivo della vaccinazione di bambini «la strada è lavorare sulle famiglie, non fare editti». 

ALTA AFFLUENZA A NAPOLI Alta affluenza oggi nei centri di vaccinazione delle Asl di Napoli presi d'assalto, a pochi giorni dall'apertura delle scuole, dalle mamme. Nel centro dell'Asl Napoli di via Pietravalle, nella zona ospadaliera, il flusso di genitori con bambini è stato continuo con le persone in fila anche prima dell'apertura degli ambulatori.

Numerose le richieste di informazioni, anche via telefono, con linee continuamente impegnate da parte dei genitori che chiedono notizie agli addetti, preoccupati soprattutto di sapere come mettersi in regola con il piano di vaccinazioni in vista dell'apertura delle scuole.

Nonostante il super lavoro di tutti gli operatori, sono state inevitabili le lunghe attese per garantire la giusta attenzione ai piccoli pazienti e una esaustiva informazione alle mamme. Nella sede della direzione dell'Asl più estesa della Campania si è tenuta una riunione con i responsabili dei centri di vaccinazione per fare il punto della situazione ed individuare eventuali criticità.

"RISCHIO MOLTO BASSO"  Se si ha un effetto avverso grave da vaccino il rischio che si ripresenti ad una successiva vaccinazione è prossimo allo zero, mentre per gli effetti non gravi come la perdita di appetito o la febbricola è più alto, anche se questi sintomi di solito sono più lievi alla seconda manifestazione. Lo afferma una revisione degli studi in merito pubblicata dalla rivista Pediatrics. I ricercatori del Canadian Immunization Research Network hanno analizzato 29 studi precedenti sul tema della reimmunizzazione dopo un evento avverso.

Per gli effetti più gravi, come le convulsioni o gli shock anafilattici il rischio è risultato nullo, mentre per i casi di episodio ipotonico-iporesponsivo, dei rarissimi brevi shock del bambino, la ricorrenza è risultata inferiore all'1%. Per sintomi più lievi, come la perdita di appetito, il vomito, la febbre o la sonnolenza la percentuale di ritorno varia notevolmente, tra il 4% e il 48%, ma di solito con entità più lieve rispetto alla prima volta. L'analisi, concludono gli autori, dovrebbe rassicurare anche le persone che scelgono di non rivaccinare dopo un evento grave. «Gli studi pubblicati suggeriscono che la riimmunizzazione è di norma sicura - scrivono gli autori -, anche se le stesse ricerche riportano che spesso in caso di reazioni gravi i soggetti non vengono rivaccinati».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Settembre 2017, 20:39
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