Uno Bianca, Fabio e Roberto Savi insieme nello stesso carcere: ira dei parenti delle vittime
Roberto Savi, agente di polizia ed ex membro dell'organizzazione di destra del Fronte della Gioventù, aveva formato la banda insieme ai fratelli minori Fabio (scartato dalla polizia per un problema alla vista) e Alberto (anch'egli poliziotto) allo scopo di commettere rapine e senza farsi scrupoli ad uccidere chiunque potesse ostacolare i loro piani. Proprio domani si celebrerà l'anniversario della strage del Pilastro, in cui la banda della Uno Bianca, che utilizzava un'utilitaria Fiat molto diffusa all'epoca e facile da rubare, uccise a sangue freddo con una scarica di proiettili tre carabinieri (Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini), convinta che i militari volessero annotare il numero di targa.
Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime, ha espresso tutta la propria indignazione: «Anche se la giustizia lo permette e dobbiamo prenderne atto, si tratta dell'ennesimo affronto dopo i permessi-premio concessi ad Alberto Savi e al loro complice Marino Occhipinti. Il nostro è un dolore continuo, che si rinnova, sapendo che quelle persone ora hanno anche la possibilità di incontrarsi». Fabio Savi, detto 'Il Lungo', da tempo aveva chiesto di scontare la pena in un carcere dove potesse svolgere attività lavorative dopo il parere favorevole espresso dagli assistenti sociali.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Gennaio 2018, 21:15
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