Ucraina, distrutta una base al confine polacco. Mosca: «Uccisi mercenari stranieri»

Ucraina, distrutta una base al confine polacco. Mosca: «Uccisi mercenari stranieri»

di Giammarco Oberto

I missili di Putin bussano alle porte dell’Europa. I 30 cruise che la notte scorsa hanno raso la base militare a venti chilometri dalla frontiera con la Polonia aprono ufficialmente il quarto fronte di guerra - quello occidentale - e portano un chiaro messaggio alla Nato e alla Ue, di cui la Polonia fa parte: chi aiuta l’Ucraina è un legittimo bersaglio del Cremlino. Perché la base di Yavoriv sventrata dai missili da crociera sparati dal Mar Nero era da anni un centro di addestramento della Nato. Il raid ha provocato almeno 35 vittime e 134 feriti.

Addestratori, militari ucraini. Ma anche volontari arrivati dall’estero per unirsi alla brigata internazionale. Si parlavano molte lingue, tra quelle mura. La base era un vero hub di addestramento delle reclute che poi vengono dislocate nelle campagne ucraine per cercare di bloccare con i lanciarazzi l’avanzata dei tank. Ed era anche un deposito di aiuti militari. Secondo Mosca era soprattutto il punto di raccolta della “legione straniera” arrivata da tutta Europa per difendere l’Ucraina.

Tra i feriti ci sono alcuni olandesi, dal Portogallo fanno sapere che non si hanno più notizie di loro quattro connazionali. Nella struttura ci sarebbero stati anche americani, australiani e inglesi. Il ministero della Difesa russo ieri ha rivendicato l’uccisione di «180 mercenari stranieri» e la distruzione di una grande quantità di armi arrivate dall’Occidente.

La base spianata dai missili è a venti chilometri dalla Polonia e a 50 da Leopoli, la “Capitale dell’Ovest”. Relativamente sicura fino ad ora, centro di smistamento delle centinaia di migliaia di profughi che arrivano da Est, adesso la “piccola Parigi” vede avvicinarsi la guerra. Ieri per la prima volta in 18 giorni di guerra le sirene d’allarme hanno suonato anche di giorno, come del resto in quasi tutte le province del Paese. La battaglia finale per le città è sempre più vicina. Nel Paese un milione di persone è sotto assedio. Senza gas e senza riscaldamento. E secondo l’Unhcr i rifugiati ammontano ormai a 2,7 milioni.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Marzo 2022, 07:28
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