Ucraina, «Usate bombe al fosforo». E i soldati russi brindano dopo aver ucciso i civili

La diretta del 78° giorno dell'invasione russa

«Usate bombe al fosforo». E i soldati russi brindano dopo aver ucciso i civili

di Mauro Evangelisti

Inchiesta sui crimini di guerra dei russi in Ucraina. Dice l’Alto commissario Onu per i diritti umani, la cilena Michelle Bachelet: «È scioccante la portata delle uccisioni illegali, ci sono anche indizi di esecuzioni sommarie in aree a Nord di Kiev. Abbiamo informazioni di circa 300 uccisioni di questo genere, ma i dati continueranno ad aumentare man mano che saranno disponibili nuove prove. Civili sono stati uccisi mentre attraversavano strade o lasciavano rifugi alla ricerca di cibo e acqua. Altri sono stati ammazzati mentre fuggivano con i propri mezzi. Uomini del posto, disarmati, sono stati uccisi perché i soldati russi hanno sospettato sostenessero le forze ucraine o fossero una potenziale minaccia e alcuni sono stati torturati prima di essere giustiziati».

VOTO

Ieri il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha votato una risoluzione che chiede un’inchiesta. Sostiene che è necessario «aumentare il controllo sul peggioramento della situazione dei diritti umani in Ucraina derivante dall’aggressione russa», in particolare alla luce degli eventi di Mariupol. I voti a favore sono stati 33, due i contrari (Cina ed Eritrea), 12 le astensioni (tra cui Cuba e Venezuela). Ha commentato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Accogliamo favorevolmente questa decisione. Gli autori di questi crimini barbari saranno assicurati alla giustizia».

Proprio nelle ore precedenti era stato denunciato un bombardamento dell’esercito di Putin, durato tutta la notte tra mercoledì e giovedì, del distretto di Kryvyi Rih (nella regione di Dnipropetrovsk, nel Sudest dell’Ucraina): secondo il capo dell’amministrazione militare di Kryvyi Rih, Oleksandr Vilkul, «i russi hanno usato munizioni vietate al fosforo e a grappolo». Altro attacco, ieri mattina, su Zelenodolsk, sempre nell’oblast di Dnipropetrovsk «con sistemi lanciarazzi multipli MLRS, un civile è rimasto ucciso e un altro è stato ferito». E nella regione di Kherson «i russi hanno attaccato due volte il villaggio Osokorovka con bombe al fosforo» (lo sostiene il deputato del consiglio comunale Dmytro Burlai).

IMMAGINI

Le inchieste su ipotesi di crimini di guerra portano anche al video diffuso ieri dalla Cnn e ripreso dalle telecamere di sorveglianza di una concessionaria di auto dell’area di Kiev. Si vedono alcuni soldati russi che sparano alle spalle di due civili ucraini, senza alcuna ragione. Cosa mostra il filmato risalente al 16 marzo? Ci sono cinque soldati dell’esercito di Putin che provano a entrare nei locali della concessionaria sparando alle serrature e spaccando i vetri. Il proprietario interviene e si avvicina con le mani alzate. I soldati lo perquisiscono, lo stesso fanno con il guardiano che arriva subito dopo. Si parlano, i soldati se ne vanno, proprietario e guardiano della concessionaria si allontanano. I militari, senza ragione, si girano e sparano, colpendoli alle spalle. Entrambi gli ucraini cadono a terra: il primo muore subito, l’altro (il guardiano) prova a chiedere aiuto con un cellulare, ma muore dissanguato. I russi fanno irruzione nell’azienda, saccheggiano gli uffici, trovano una bottiglia. E brindano.

INDAGINE

Un procuratore ucraino ha deciso di aprire una indagine per crimini di guerra. Il giorno prima l’ufficio della procuratrice generale Iryna Veneditkova aveva annunciato la chiusura delle indagini e il processo per un soldato russo di 21 anni, il primo a finire alla sbarra per crimini di guerra: secondo l’accusa, il 28 febbraio, nel villaggio di Chupakhivka, nella regione di Sumy, dopo avere rubato un’auto insieme ad altri militari, ha sparato a bruciapelo a un uomo in bicicletta. Sono almeno 9mila gli episodi di brutalità dell’esercito russo (si parla anche di stupri e di fosse comuni) su cui i giudici stanno indagando. Per gli orrori di Bucha sono dieci i militari dell’esercito di occupazione finiti sotto inchiesta (per ora).

 

ACCIAIERIA

Se c’è una città in cui atrocità e distruzione non hanno avuto freni, è Mariupol.

Quasi tutti gli edifici sono stati danneggiati, ormai i russi hanno il pieno controllo, ma nei sotterranei delle acciaierie sono ancora rintanati mille militari ucraini che non vogliono arrendersi. Sono in gran parte componenti del battaglione Azov, ma anche marines ucraini. Secondo alcune stime, circa la metà sono feriti, alcuni sono in condizioni molto gravi. C’è una mediazione in corso, che coinvolge anche altri Paesi, per consentire di portare in salvo questi uomini, magari con uno scambio di prigionieri, visto che la strada del piano militare, vagliata dallo stato maggiore ucraino, appare impraticabile. La vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk, spiega: «Stiamo lavorando passo dopo passo. Si tratta di negoziati molto difficili. Scambieremo 38 feriti molto gravi, poi andremo avanti. Per ora non ci sono trattative per lo scambio di 500 o 600 persone, come riportano alcuni media». La situazione è sempre delicata: il vicesindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, sul suo canale Telegram ha spiegato che «i russi stanno bloccando le uscite dei sotterranei delle acciaierie Azovstal». Ieri sera i militari dell’Azov hanno diffuso un video su Telegram in cui spiegano che continuano a combattere «in pieno accerchiamento, nonostante la situazione estremamente difficile, la mancanza di munizioni e un gran numero di feriti». Secondo una ricostruzione dell’Ukraina Pravda, anche la Turchia ha tentato una mediazione, offrendo l’invio di una nave a Mariupol per portare via i militari ucraini assediati, con l’impegno che sarebbero rimasti a Istanbul e non sarebbero tornati a combattere. Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha respinto questa proposta, dicendo che l’unica opzione che veniva data ai soldati ucraini bloccati nell’acciaieria era quella della resa.

Più a Nord, al confine orientale dell’Ucraina con la Russia, prosegue il contrattacco dell’esercito di Kiev nell’area di Kharkiv in cui sono stati rivendicati progressi nel contrastare l’avanzata nemica. Anche l’intelligence britannica ha confermato la versione ucraina, vale a dire la riconquista di una serie di città, con i russi costretti a ritirarsi. «Le unità rimaste intorno a Kharkiv - sostiene il Ministero della Difesa del Regno Unito - sono vulnerabili alle forze del contrattacco ucraine molto più motivate». I russi, però, stanno infliggendo pesanti perdite con i bombardamenti che in varie parti del Paese puntano a lasciare l’Ucraina senza aeroporti, senza collegamenti via terra e senza carburante. A Nord Est è stata colpita la raffineria di Poltava. Fonti ucraine, però, sostengono di avere fatto saltare in aria un ponte di barche realizzato dai russi: il battaglione nemico stava attraversando in quel momento il fiume Siverskyi Donets. Siamo sempre a Est nelle regioni di Lugansk e Kharkiv. Il ministero della Difesa ucraino ha diffuso le immagini dall’alto del ponte distrutto.

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PURGA

I risultati deludenti dell’invasione dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio ma ancora lontano da risultati concreti, stanno aumentando il malumore a Mosca. Secondo il quotidiano britannico Daily Mail Putin sta proseguendo l’epurazione dei generali: «Il comandante in capo di Stato maggiore dell’Esercito russo Valery Gerasimov è stato sospeso mentre altri generali sono stati licenziati o arrestati per errori compiuti nel corso dell’invasione dell’Ucraina. L’affermazione è di Oleksiy Arestovych, veterano dell’intelligence ucraina e consigliere di Zelensky». Non era passata inosservata l’assenza di Gerasimov alla parata di Mosca del 9 maggio. Una settimana prima era circolata la notizia del suo ferimento nel Donbass.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Maggio 2022, 07:11
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