Il generale in pensione Marchiò: «Esercito italiano vecchio e costoso, rischia di essere inutilizzabile»

Il generale in pensione Marchiò: «Esercito italiano vecchio e costoso, rischia di essere inutilizzabile»

«La posizione di Conte è chiaramente un pò strumentale, probabilmente ritiene che questo sia un ambito che elettoralmente potrebbe dargli qualche vantaggio ma invece è una posizione un pò miope. Naturalmente questo è un mio personalissimo parere». Lo dice all'Adnkronos, interpellato sulla querelle relativa all'aumento delle spese militari al 2% del Pil, il generale Riccardo Marchiò, ufficiale dell'Esercito in pensione già alla guida del comando operativo della Nato di Brunsumm in Olanda (Allied Joint Force Command Brunssum), proprio quello che si interessa delle problematiche dell'est Europa, dalla Polonia ai Paesi Baltici.

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«L'Italia - precisa - investe veramente poco nella spesa militare, soprattutto se pensiamo che c'è stato un depauperamento negli anni e che il recupero costa denaro e tempo». Inoltre secondo il generale Marchiò, «abbiamo una visione e un ruolo sostanzialmente difensivo a prescindere dal fatto che compriamo o meno dei mezzi un pò più moderni e svecchiamo i parchi. Rimaniamo sempre ideologicamente, costituzionalmente e ragionevolmente in una postura difensiva, così come tutti i paesi della Nato - precisa - infatti nessun paese della Nato ha una postura offensiva».

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«La vera questione è capire che è una necessità - aggiunge - È come mettere un antifurto in casa, lo si fa per garantirsi sperando che nessun ladro entri mai in casa nostra». Il dibattito sull'innalzamento delle spese militari, spiega l'ex comandante Nato, «è di vecchia data, dura da almeno 20 anni». «È cominciato quando tutti i Paesi occidentali hanno iniziato, a seguito della fine del confronto con l'Unione Sovietica, a risparmiare sulla difesa - aggiunge - Noi in questo siamo stati più bravi di altri ma non ci discostiamo molto dal trend che c'è stato altrove. Alcuni Paesi, soprattutto quelli più a est, dove c'è una preoccupazione maggiore della nostra, poi sono stati più veloci di noi a invertire la tendenza e molti hanno aumentato anche più del 2% la spesa. È chiaro che in questi casi si tratta di cifre molto inferiori a quelle che interesserebbero l'Italia».

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Il generale Marchiò sottolinea però che «c'è un aspetto problematico superiore a quello della spesa: abbiamo un esercito vecchio e costoso e che rischia di essere inutilizzabile». «Quando nel 2005 è stata sospesa la leva obbligatoria, siamo passati a una forma professionale di difesa - spiega - puntando moltissimo sul servizio permanente effettivo: quindi noi abbiamo soldati di professione in una percentuale estremamente maggiore rispetto agli altri paesi. Vuol dire che abbiamo soldati che invecchiano, restano in servizio e non lasciano spazio ai giovani.

Questo si somma al problema del riarmo. Una fetta del bilancio della difesa viene assorbito dal personale e questo impedisce di spendere in altri settori che sono più utili per l'operatività. Noi abbiamo una forza bilanciata legata alle risorse economiche e quindi più di quel numero non possiamo andare perché non avremmo i soldi per pagare i soldati».

Il generale Marchiò chiarisce poi come è diviso il budget italiano. «Ci sono tre componenti - dice - le spese del personale, che in Italia sono quasi all'80%, l'investimento per l'ammodernamento e le ricerche e la gestione quotidiana, quindi acquisti per l'addestramento, per le caserme, il rifornimento carburante per i mezzi e così via. In questo 20% ci sono anche gli armamenti». «Quando ero ancora in servizio - racconta l'ex comandante operativo della Nato di Brunsumm in Olanda - ricordo la follia dell'allora ministro della Difesa Trenta che pretendeva che tutti i programmi che noi mandavamo avanti fossero dual use. Ora se io compro un autogrù o un escavatore posso usarlo per fini militari ma anche per scopi civili, ma se devo comprare un sistema di difesa contraerea dargli una giustificazione in ambito civile è ben difficile. Questo ha rallentato un sacco di programmi, alcuni li ha bloccati».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Aprile 2022, 13:45
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