Ucraina senza pace un anno dopo. S’incendia anche il fronte moldavo

Ucraina senza pace un anno dopo. S’incendia anche il fronte moldavo

di Giammarco Oberto

L’anno che ha cambiato il mondo si chiude oggi. E l’anniversario di una guerra nel cuore d’Europa che fino alla notte del 24 febbraio 2022 nessuno credeva davvero possibile segna soltanto le avvisaglie di un conflitto che si sta trasformando in una guerra di logoramento. La fine non si intravede. Anzi. Il campo di battaglia della martoriata Ucraina, le intelligence occidentali e i proclami apocalittici di Mosca indicano uno scontro sempre più ravvicinato e potenzialmente devastante tra Usa e Russia.

RIARMO

La guerra durerà almeno un altro anno, secondo il ministro della Difesa britannico Ben Wallace. E il 2023 segnerà una corsa al riarmo. Putin lo ha annunciato ieri mattina, con un videomessaggio postato sul sito del Cremlino: l’armamento nucleare del Paese sarà potenziato. «Quest’anno entreranno in servizio i sistemi Sarmat, armati con missili balistici intercontinentali in grado di trasportare cariche nucleari. Anche le consegne dei missili ipersonici Zirkon a bordo delle navi inizieranno nel 2023».

MOLDAVIA

La Russia cerca l’incidente per giustificare un ampliamento della zona di operazioni. Nel mirino c’è la Moldavia. Ieri il Cremlino ha diffuso ad arte notizie secondo cui l’Ucraina preparerebbe un attacco alla Transnistria, la autoproclamata repubblica filorussa sul territorio della Moldavia. Il governo di Chisinau si è affrettato a smentire e ha invitato alla calma i suoi cittadini.

UCRAINA SOSPESA

Anche Kiev vive questo primo anniversario di guerra come sospesa, in attesa di un’imminente nuova mossa di Putin.

Che secondo l’intelligence ucraina arriverà da nord, dalla zona di Chernihiv: sarebbero state segnalate colonne militari con personale «che indossa uniformi simili allel nostre», probabilmente in cerca di incidenti o provocazioni che giustifichino un nuovo tentativo di assalto nella direzione della capitale, come quello fallito esattamente un anno fa.

MEDITERRANEO

Ma anche il Mediterraneo rischia di diventare una zona di operazioni. Lo ha segnalato il Capo di Stato maggiore della Marina militare Enrico Credendino, in audizione alla commissione parlamentare di Difesa. Nel Mediterraneo è stato registrato un aumento di navi russe «che non si vedeva nemmeno ai tempi della Guerra Fredda», definito «impressionante», che espone ad un «alto rischio di incidente». «I russi hanno un atteggiamento aggressivo che non era usuale nel Mediterraneo e prima era evidente solo nel Baltico» ha spiegato l’ammiraglio. I russi fanno puntate verso lo Jonio senza problemi con un gruppo navale di tre navi moderne. E c’è da tener conto che nelle prossime settimane arriverà nel mare nostrum dal Sudafrica quella che Mosca definisce la nave più moderna al mondo, armata con i famigerati missili ipersonici.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Febbraio 2023, 06:00
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