Ucraina diretta, nessuna tregua: l'incubo armi chimiche. La Russia chiede riunione Consiglio sicurezza Onu Zelensky: dopo la vittoria ricostruiremo

Gli aggiornamenti in tempo reale sul conflitto in Ucraina

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di Cristiana Mangani

Fatica la diplomazia a trovare uno spiraglio nella crisi in Ucraina, nonostante il grande impegno di queste settimane. E davanti all’impossibilità di una reale negoziazione, la voce più alta rimane quella della battaglia. La guerra dei russi contro le città ucraine e contro i civili si fa ogni giorno più violenta, più dura. L’obiettivo è fiaccare la resistenza delle truppe del presidente Zelensky. Vladimir Putin lo sa bene, visto che la guerra lampo immaginata, si è rivelata una trappola anche per i suoi uomini. Ed è per questo che potrebbe decidere di alzare ancora di più l’asticella del conflitto. «Potrebbe usare armi chimiche», lancia un nuovo allarme la Casa Bianca. E il messaggio affidato a Twitter dagli Usa vuole essere anche una risposta al ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, secondo il quale gli Stati Uniti stanno sviluppando armi chimiche e biologiche in Ucraina proprio al confine con la Russia. «Tutti dovremmo stare in allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia - avverte la portavoce della Casa Bianca Jen Psaky -. Dobbiamo aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro».

La trattativa

La verità è che ieri è stato il giorno peggiore, quello della perdita della speranza. Era grande l’aspettativa per l’incontro ad Antalya, dove, per la prima volta dall’inizio della guerra, la Turchia era riuscita a portare attorno a un tavolo i due ministri degli Esteri, Lavrov e Kuleba. Ma, nonostante i grandi sforzi di mediazione da parte del ministro turco Mevlüt Cavusoglu, i colloqui sono terminati dopo meno di due ore. «Non sono stati fatti passi avanti sul cessate il fuoco», ha detto Kuleba. I capi delle due diplomazie non hanno neppure affrontato l’ipotesi di una tregua, considerata il passo più urgente per alleviare il dramma di centinaia di migliaia di civili, sottoposti ai bombardamenti. Inoltre Lavrov, secondo la versione data da Kuleba, avrebbe rifiutato una proposta di «neutralità» dell’Ucraina, sostenuta da garanzie di sicurezza internazionali, che Kiev è pronta a offrire per venire incontro alle richieste di Mosca. Garanzie che comprendono, oltre a un impegno costituzionale a non aderire alla Nato o alla Ue, anche il riconoscimento delle due Repubbliche separatiste del Donbass e dell’annessione della Crimea. A conclusione dell’incontro, un unico dato positivo: i due ministri hanno concordato «di proseguire gli sforzi per cercare una soluzione ai problemi umanitari sul terreno». Lavrov, poi, non chiude la porta alla possibilità di un incontro tra Putin e Zelensky. Mentre Kuleba ha spiegato che la lista delle domande russe è in realtà un «ultimatum», aggiungendo che l’Ucraina «non si è arresa, non si arrende e non si arrenderà». E mentre lui parlava, il ministro degli Esteri di Mosca faceva la sua conferenza stampa in contemporanea, riproponendo la narrazione del Cremlino: «Nessuno ha ascoltato per anni i nostri appelli su una situazione che poneva una minaccia diretta alla Russia», ha dichiarato, respingendo anche le accuse di aver bombardato un ospedale pediatrico a Mariupol. Non c’erano pazienti in quell’ospedale - è in sostanza la sua versione - «la struttura era stata dismessa e veniva usata come rifugio da formazioni nazionaliste» ucraine del battaglione Azov. Insomma, il missile che ha colpito, è partito dalle truppe russe, ma i civili non sarebbero stati raggiunti perché non c’erano. Tutto questo, mentre le immagini di donne in procinto di partorire, di bambini, di stragi, di sangue e distruzione, hanno fatto il giro del mondo sollevando uno sdegno generale.
Alla domanda sulla possibilità che la guerra in Ucraina possa innescare un conflitto nucleare, Lavrov ha risposto: «Non voglio crederlo e non lo credo». E ha aggiunto che lo scenario viene evocato, «freudianamente», solo dagli occidentali ed è questo a «destare preoccupazione».


Nel frattempo, altri fronti diplomatici sono stati avviati: sarebbe partito da Berlino l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, per incontrare Putin, in un ulteriore tentativo di convincerlo a porre fine alle ostilità. Legato al leader russo da forte amicizia personale, Schröder è sotto attacco in Germania per aver rifiutato di dimettersi dai suoi ben remunerati incarichi che ne fanno il primo lobbista di Mosca in Europa. Nei giorni scorsi anche molti esponenti della Spd, il suo partito, avevano preso le distanze invitandolo a rompere i legami con il Cremlino. E nel tardo pomeriggio di ieri l’attuale cancelliere Olaf Scholz non ha voluto commentare, anche se ha chiaramente fatto capire che è un’azione che non parte dalla Germania. Secondo un alto diplomatico ucraino, poi, Schröder si sarebbe coordinato con l’ufficio di Zelensky. Con il quale avrebbe anche concordato alcuni punti chiave per la negoziazione. E subito dopo il vertice di Antalya, l’ex cancelliere avrebbe ottenuto il via libera all’incontro con Putin, anche se gli è stato detto - secondo quanto riferisce il giornale online Politico - di aspettare a Istanbul fino a mercoledì, quando un aereo russo sarebbe andato a prenderlo.

Il vertice a tre

Sempre ad Antalya è arrivato anche il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, per partecipare a una riunione con il ministro turco Cavusoglu e il ministro degli Esteri del Qatar Mohammed Al-Thani. Ha spiegato Cavusoglu che «l’obiettivo principale della Turchia è quello di riunire i tre leader», riferendosi a Putin, a Zelensky e al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. «Serviva un inizio e, se continuiamo su questa strada, insieme possiamo raggiungere un risultato», ha auspicato. La via dei negoziati resta però molto lunga - si attende ora un quarto round in Bielorussia -, mentre la pioggia di bombe continua a cadere sull’Ucraina e lascia presagire anche la grande fuga da Kiev, abbandonata in 15 giorni di guerra da metà della popolazione.
A conclusione dell’incontro tra Lavrov e Kuleba, il presidente turco Erdogan ha sentito il presidente americano Biden. La telefonata è durata «quasi un’ora» ed è stata «costruttiva - ha riferito la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki -. I due presidenti hanno discusso la loro condivisa preoccupazione sull’ingiustificata invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Hanno riaffermato il loro forte appoggio al governo e alla popolazione ucraina. Il presidente Biden ha espresso apprezzamento per gli sforzi della Turchia a sostegno di una soluzione diplomatica del conflitto». In attesa di un accordo che non arriva, le condizioni dei civili si fanno sempre più drammatiche. «Non vedo tregua a breve», ammette il presidente francese Macron. E la ministra per la reintegrazione dei territori occupati Irina Vereshchuk fa il punto sui vari corridoi umanitari: circa 60mila persone sono state evacuate da Sumy, Trostyanets, Krasnopillya a Poltava, 3mila da Izyum a Poltava (secondo l’amministrazione militare in 1600). Medicine, acqua e generi alimentari sono stati trasportati a Izyum. Altre 20mila persone sono state deportate da Bucha, Irpen, Vorzel e Gostomel a Kiev nelle ultime 24 ore. In particolare 52 bambini e 55 donne dal reparto di maternità dell’ospedale sono state evacuate da Vorzel. La ministra ribadisce anche che a Mariupol è in corso una catastrofe umanitaria. Impossibile portare gli aiuti, la gente sta morendo di fame, non c’è cibo per i bambini, e i bombardamenti non diminuiscono. Stessa scena a Kiev, che isolare e senza vie di fuga, rischia di vedere morire le persone di fame.
E in questo scenario resta impossibile attuare i corridoi umanitari da altre città del paese: da oggi, infatti, i convogli saranno autorizzati da Mosca solo se verrà fornita in anticipo una lista dei mezzi e dei funzionari e autisti che accompagnano. Ogni convoglio sarà perquisito per cercare telefoni cellulari dal momento che solo il personale della Croce Rossa Internazionale può portarne. L’obiettivo è quello di evitare che funzionari ucraini raccolgano informazioni di intelligence sulle forze russe schierate. Mosca ha imposto anche che i profughi vengano fatti uscire solo in direzione Russia e in Bielorussia. Praticamente una deportazione. È stato, però, consentito - secondo Interfax - il passaggio di una squadra ucraina per andare a riparare la rete elettrica danneggiata nell’area della centrale nucleare di Chernobyl, che da due giorni è senza luce ed è nelle mani dei russi.

I bambini morti

Ormai sanno bene gli ucraini che sarà una guerra molto lunga e, per questo, hanno chiesto di ritirare i loro caschi blu dalle missioni di pace in cui sono attualmente impegnati. Circa 250 soldati con compiti di peacekeeping delle Nazioni Unite nella missione Monusco nella Repubblica Democratica del Congo, più altro personale in uniforme in Mali, Cipro, Sud Sudan, Kosovo e nell’area di Abyei al confine tra Sud Sudan e Sudan, per un totale di 308 militari. C’è bisogno di più soldati, visto che l’avanzata russa non si ferma, nonostante gli ucraini continuino a respingerli con grande forza e ieri abbiano distrutto diversi carri armati del lungo convoglio che procede verso Kiev. Si avvicina anche l’attacco a Odessa: cinque missili sarebbero stati lanciati da una nave russa, ma la contraerea ucraina li avrebbe abbattuti.
Intanto, dopo Mariupol, dove continua un pesantissimo attacco, ora l’esercito dello zar si sta avvicinando a Kharkiv. Le truppe avanzano 16 chilometri al giorno, mentre dal cielo piovono missili. E proprio su quel campo di battaglia, nei giorni scorsi, è rimasta uccisa il sergente minore Natalia Oksentyuk. Era un medico da combattimento senior nell’unità di fanteria. Era nata nel ‘97, avrebbe dovuto compiere 25 anni a maggio.

UCRAINA, LA DIRETTA

Ore 1.28 - Le forze russe si sono avvicinate di cinque chilometri a Kiev nelle ultime 24 ore. Lo afferma un funzionario del Pentagono, sottolineando che le forze russe continuano ad avanzare anche se gli ucraini si stanno battendo con forza.

Ore 1.15 - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunirà nelle prossime ore su richiesta della Russia. Lo affermano fonti diplomatiche, secondo le quali al centro dell'incontro c'è la teoria di Mosca secondo la quale gli usa hanno attività biologiche in Ucraina.

Ore 1.10 - «L'ossessione maniacale con cui vari funzionari russi fantasticano su armi o rischi biologici o chimici inesistenti in Ucraina è profondamente preoccupante e potrebbe effettivamente indicare che la Russia sta preparando un'altra orribile operazione sotto falsa bandiera». Lo scrive il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter.

Ore 00.50 - La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per discutere le «attività biologiche militari americane in Ucraina». Lo afferma Dmitry Polyanskiy, della missione permanente russa all'Onu.

00.40 - Sono 1.207 i corpi rimossi dalle strade di Mariupol. A fare i conti è il vice sindaco Serhiy Orlov con Bbc. Secondo quanto riportato dal New York Post, il conto esatto delle vittime non è al momento possibile: gli obitori della città sono pieni e si è iniziato a seppellire i corpi in fosse comuni.

Ore 00.27 - «Il mondo deve sapere. Noi tutti stiamo affrontando uno stato terrorista»: è l'atto di accusa contro Mosca del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell'ultimo video divulgato sui social in cui parla della disperata situazione di Mariupol. «Qualunque cosa succeda cercheremo di assicurare tutti gli aiuti umanitari di cui la gente di Mariupol ha bisogno», afferma Zelensky.

Ore 00.00 - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa Mosca di aver sferrato un attacco su un corridoio umanitario verso Mariupol.

Ore 23.00 - Gli Stati Uniti hanno visto negli ultimi giorni un «aumento» da parte delle forze russe dell'impiego di armi «a lunga gittata», lanciate sia da batterie «mobili» che da «aerei». Lo ha riferito una fonte qualificata del Pentagono citata dalla Cnn. Secondo la fonte, le forze russe in Ucraina si sono «adattate» e hanno «superato» le iniziali difficoltà logistiche incontrate in Ucraina, proprio attraverso il ricorso ad armi a lungo raggio lanciate contro i centri dove risiedono i civili ucraini.

Ore 21.20 -  La Russia ha acconsentito al passaggio di una squadra Ucraina per la riparazione della rete elettrica danneggiata nell'area della centrale nucleare di Chernobyl, informa Interfax.

Ore 19.30 - Dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina sarebbero stati catturati dai 500 ai 700 soldati russi. È quanto sostiene l'ufficio del presidente ucraino secondo quanto riferisce 'Ukrainska Pravdà. «Le statistiche sono molto difficili da stabilire», sottolinea comunque l'ufficio della presidenza.

Ore 19 - Aerei russi starebbero bombardano la città di Chernihiv, situata nell'Ucraina settentrionale, con bombe incendiarie che sono espressamente vietate dal diritto internazionale. Lo riferisce 'Ukrainska Pravdà che cita il Conflict Intelligence Team.

Ore 18.46 - Il premier britannico Boris Johnson teme che la Russia del presidente Vladimir Putin possa usare armi chimiche nella guerra in Ucraina. Il primo ministro lo ha detto in una intervista rilasciata a Sky News, sottolineando che è «nello stile» di Putin ricorrere a questo tipo di metodi, con un riferimento ai casi di avvelenamento di dissidenti ed ex agenti russi nel Regno Unito di cui è stato accusato il leader del Cremlino.

Ore 18.35 - «Siamo tutti sconvolti, ma dobbiamo prendere decisioni forti nei giorni e nelle settimane prossimi. Oggi ci saranno discussioni strategiche, poi saranno seguite dai fatti nelle prossime settimane»: lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, prima dei lavori del vertice Ue a Versailles. «Discuteremo di decisioni in materia di energia e di difesa. Dobbiamo darci un mandato per il mese di maggio, quando, con ogni probabilità, avremo un vertice Ue straordinario».

Ore 17.40 - «Abbiamo chiesto tante volte, insieme, al presidente Putin di cessare le ostilità e in particolare i bombardamenti sui civili. Continueremo a farlo». Lo dice il premier Mario Draghi arrivando al vertice di Versailles.

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Ore 16.17Il ministero dell'Energia russo ha annunciato che gli esperti bielorussi hanno ripristinato la fornitura di elettricità a Chernobyl. Lo riporta il Guardian. La centrale nucleare rischiava di rimanere senza l'energia necessaria ad attivare i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del materiale radioattivo.  Energoatom, l'azienda di Stato ucraina che gestisce le quattro centrali nucleari nel Paese, ha però definito «fake news» la notizia annunciata da Mosca.  I russi hanno minato le sponde del bacino idrico di Kachovka sul fiume Dnepr , che confina con la centrale nucleare di i Zaporizzja. Lo riferisce su telegram, l'ufficio stampa di Energoatom, l'azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive nel territorio del Paese nonché del disarmo dei tre reattori superstiti della centrale di Černobyl'.

Ore 15.36 -  La Russia sta mantenendo tutti i suoi impegni relativi alle esportazioni energetiche, comprese quelle attraverso l'Ucraina. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, citato dalla Tass, chiedendo quindi all'Occidente di non dare la colpa a Mosca per l'aumento dei prezzi dell'energia. Troveremo una soluzione a tutti i problemi insieme ai nostri partner che non riconoscono le sanzioni», ha aggiunto. «È necessario agire in modo deciso nei confronti delle compagnie straniere che stanno interrompendo le loro operazioni in Russia, ci sono soluzioni legali al riguardo».

Ore 15.22 - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto di poter pronunciare al Museo dell'Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme un discorso sulla invasione del proprio Paese. La notizia è stata confermata da un portavoce del Museo secondo cui la questione sarà esaminata domenica in un incontro fra il presidente di Yad Vashem Dany Dayan e l'ambasciatore dell'Ucraina in Israele, Yevgen Korniychuk. Durante i recenti combattimenti sia da parte russa sia da parte ucraina sono stati fatti riferimenti alla Shoah. Il presidente Vladimir Putin ha affermato di volere «de-nazificare l'Ucraina». Zelensky ha invece accusato le forze armate russa di aver puntato intenzionalmente il fuoco verso il memoriale di Baby Yair, che ricorda lo sterminio avvenuto nel settembre 1941, in due sole giornate, di 30 mila ebrei di Kiev

Ore 15 - L'ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder è a Mosca per incontrare Putin. Lo riferisce 'Politicò. Secondo la Bild, né il governo tedesco né l'Spd sapevano di questo incontro

Ore 14.30 -  Almeno 71 bambini sono stati uccisi in Ucraina dall'inizio dell'offensiva russa il 24 febbraio. Lo ha annunciato la commissaria della Verkhovna Rada (Parlamento ucraino) per i diritti umani, Lyudmila Denisova, su Telegram. «Dall'inizio dell'invasione russa fino al 10 marzo alle 10 (ora italiana), 71 bambini sono stati uccisi e più di 100 feriti», ha dichiarato.

Ore 13.10.  Kamala Harris in Polonia. «Stiamo assistendo ad atrocità senza precedenti». Lo ha detto la vice presidente Usa Kamala Harris in Polonia riferendosi alla guerra in Ucraina. «Il popolo ucraino sta soffrendo immensamente» e gli aiuti umanitari sono necessari di fronte allo «scandalo morale» che «tutti sentono quando vediamo donne bambini innocenti che stanno fuggendo, lasciando tutto ciò che hanno». 

Ore 12.45È stato ipotizzato un incontro tra i presidenti Putin e Zelensky durante la riunione ad Antalya, in Turchia.

Lo ha sottolineato il capo della diplomazia turca, Mevlut Cavusoglu, che ha partecipato ai colloqui. «Malgrado tutte le difficoltà, la riunione di Antalya si è tenuta in un clima civile», ha assicurato Cavusoglu, citato dall'agenzia Anadolu. La Turchia, ha aggiunto, ha ribadito che «i corridoi umanitari (in Ucraina, ndr) devono restare aperti, senza alcun ostacolo».

 

Ore 12.15. Putin ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz sulla crisi in Ucraina. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass. «Germania e Francia hanno chiesto una tregua immediata». E' quanto si apprende da fonti del governo tedesco. «Scholz e Macron hanno insistito sul fatto che la soluzione a questa crisi debba arrivare dalle trattative fra Ucraina e Russa». I tre leader hanno inoltre deciso di sentirsi di nuovo nei prossimi giorni.

Ore 11.57 - Le sirene del sistema antiaereo sono tornate a suonare a Kiev. Lo annuncia il municipio sul suo canale Telegram, invitando i cittadini a nascondersi nei rifugi.

Ore 11.53 - «Non voglio credere che possa iniziare una guerra nucleare», ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa ad Antalya, secondo quanto riporta l'agenzia Interfax.

Ore 11.48 - Attacco aereo a Mariupol. Lo annuncia il municipio sul proprio profilo Telegram. «Ora a Mariupol c'è un attacco aereo degli occupanti russi - si legge -. Le bombe hanno colpito le case. Colpito anche l'edificio dell'università nel centro della città. Registrato anche una attacco nell'area del Teatro Drammatico». Al momento non ci sono informazioni su eventuali vittime. «Un convoglio umanitario che cercava di raggiungere Mariupol è stato costretto a fare marcia indietro a causa dei combattimenti in corso». Lo ha detto la vicepremier ucraina Iryna Vereschuk, secondo quanto riporta la stampa internazionale.

Ore 11.33 - Quando gestiscono le relazioni con la Russia, «gli Stati Uniti non dovrebbero imporre le cosiddette sanzioni e la giurisdizione a lungo raggio su società e individui cinesi, e non dovrebbero danneggiare i diritti e gli interessi legittimi della Cina, altrimenti la Cina darà una risposta risoluta e decisa». È la risposta del portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian alle minacce di ritorsioni ventilate dal segretario al Commercio americano Gina Raimondo nel caso in cui Pechino violi le sanzioni a carico della Russia.

Ore 11.29 - «Il presidente Putin non ha mai negato contatti» ma il governo ucraino «continua a sostituire il vero problema con effetti speciali. Ci sono tante iniziative del governo ucraino ma sono effetti speciali. Putin non rifiuta un incontro tra presidenti ma bisogna fare prima tutto un lavoro preparatorio. L'Ucraina ci ha detto che ci darà risposte concrete, noi attendiamo», ha detto il ministro degli Esteri russo Serghey Lavrov in una conferenza stampa. «L'ospedale pediatrico di Mariupol era usato come base del battaglione Azov». Così il ministro degli Esteri russo Lavrov, ha poi risposto ad una domanda sul bombardamento di sull'ospedale, facendo riferimento al reparto militare ucraino estremista.

Ore 11.16 - «Coloro che riempiono l'Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni». Lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa dopo l'incontro con l'omologo ucraino. «Vogliamo che l'Ucraina sia neutrale», ha aggiunto. «Le armi fornite dall'Occidente all'Ucraina potrebbero spargersi attraverso l'Europa». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov, al termine dell'incontro con l'omologo ucraino Kuleba in Turchia, definendole «pericolose».

Ore 11.10 - «Sul cessate il fuoco di 24 ore non abbiamo fatto progressi. Sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia». Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba al termine dell'incontro con il ministro degli esteri russo Lavrov. Anche sull'apertura dei corridoi umanitari da e per Mariupol Kuleba ha detto che «sfortunatamente Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi».

Ore 11 - «Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov, al termine dell'incontro con l'omologo ucraino Kuleba in Turchia. «Sono pronto a incontrare nuovamente Lavrov se ci saranno prospettive concrete», ha aggiunto Kuleba dopo l'incontro di Antalya.

Ore 10.30 - Salgono a oltre 2,3 milioni le persone fuggite dall'Ucraina verso i paesi confinanti da quando è iniziata l'invasione russa. Lo riferisce l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) delle Nazioni Unite sul proprio profilo Twitter. Tra questi, 112 mila sono di paesi terzi, precisa l'Oim, ricordando che queste persone «hanno bisogno di supporto umanitario vitale e protezione».

Ore 9.15 - Nell'incontro abbiamo «affrontato la questione del cessione il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia». Lo ha detto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba in conferenza stampa dopo l'incontro con il ministro russo Lavrov.

Ore 8.40. Iniziato il vertice ad Antalya. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha avuto un incontro bilaterale ad Antalya, nel sud della Turchia, con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e poi con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Questi incontri si sono svolti prima degli attesi negoziati tra Kuleba e Lavrov sulla crisi in Ucraina, i più alti a livello diplomatico dall'inizio del conflitto, avviati nel corso nella mattinata.

Ore 8. Stop al petrolio russo. L'Eni ha sospeso la stipula di nuovi contratti relativi all'approvvigionamento di greggio o prodotti petroliferi dalla Russia. In ogni caso Eni opererà nel pieno rispetto di quanto stabilito dalle istituzioni europee e nazionalì. Lo dichiara un portavoce di Eni in merito alle decisioni della società a seguito del conflitto in Ucraina.

Ore 7.40. Corridoio umanitarioÈ prevista alle 9 ora locale, le 8 in Italia, la ripresa dell'evacuazione dei civili da Sumy, nel nord est dell'Ucraina. Lo rende noto il presidente dell'amministrazione regionale di Sumy Dmytro Zhyvytsky attraverso Telegram. La destinazione è Poltava, città dell'Ucraina centrale.

Ore 7.10.  I russi bombardano ancora le case.  Gli aerei russi hanno bombardato la città di Okhtyrka e il villaggio di Bytytsya, nella regione di Sumy, distruggendo palazzi nei quartieri residenziali e infrastrutture civili. Lo ha detto il capo dell'amministrazione regionale di Sumy Dmytro Zhyvytsky. Citato dal 'Kiev Independent', ha anche precisato che Okhtyrka viene bombardata giorno e notte.

Ore 7. Incontro in Turchia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e quello russo Sergei Lavrov sono arrivati ad Antalya, nel sud della Turchia, dove si incontreranno per discutere della crisi in corso. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha auspicato ieri che i colloqui possano «aprire la strada a un cessate il fuoco duraturo».

Ore 6. Bombardati ospedali. I raid aerei russi sono continuati nella notte, alcuni hanno colpito due ospedali ed una centrale elettrica nella città di Zhytomyr, a ovest di Kiev. Non si hanno indicazioni di vittime. Lo riferisce Sky News.

Ore 4. Aiuti dagli Usa. Il Congresso americano ha approvato lo stanziamento di 14 miliardi di dollari in aiuto all'Ucraina. La misura, che ora dovrà passare al Senato, è stata approvata con 414 voti a favore e 17 contrari.

Ore 3.  Ucciso un ragazzo di 13 anni.  Raid russi lanciati nella notte sulla città di Okhtyrka, nella regione di Sumy nel nord-est dell' Ucraina, avrebbe provocato la morte di un ragazzo 13enne e di due donne, stando a responsabili locali citati dalla Bbc e dal Guardian.

La giornata

Il raid russo arriva inaspettato. Colpisce mamme, bambini. La ferocia della guerra non conosce limiti e i missili dell’aviazione dello zar raggiungono l’Ospedale pediatrico di Mariupol. È una strage, l’ennesima, in una città che da dieci giorni è al centro di una offensiva che non dà scampo. Eppure resiste, non cede all’invasore, ma il prezzo è troppo alto: morti, feriti. «Sono già state uccise 1.300 persone - è sconvolto il vice sindaco Sergiy Orlov -, solo ieri ne sono state sepolte 47 in una fossa comune. Mancano acqua, elettricità e gas». Nel cortile davanti al Reparto di maternità e pediatria c’è un cratere grande come un vulcano.

Nelle immagini postate su Facebook dal capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, si vedono distruzione e morte. Donne incinte, ormai prossime al parto, che cercano una via di fuga, barelle piene di feriti che entrano ed escono da quello che rimane dell’ospedale. Impossibile stabilire quanti siano i morti e quanti i bambini uccisi dalle bombe. Ma le foto bastano a sollevare l’indignazione di mezzo mondo. A cominciare da quella del presidente Zelensky che urla: «Un attacco diretto delle truppe russe all’ospedale di maternità. Persone e bambini sotto le macerie. Per quanto ancora il mondo sarà complice ignorando il terrore? Chiudete i cieli adesso. Fermate le uccisioni. Avete il potere di farlo, ma sembra che stiate perdendo l’umanità». Poi posta su Twitter il video della distruzione provocata dal raid russo.

SENZA SCAMPO

Le scene dell’orrore sono visibili a tutti: volti sfregiati, coperti di sangue, gambe mutilate. E non si esce più da Mariupol, non c’è scampo per 400 mila persone rimaste bloccate dai bombardamenti. La città martire vive da giorni senza cibo, con gli attacchi che non diminuiscono. «È una situazione da Medioevo - dice ancora il vice sindaco -, le persone bevono la neve e bruciano la legna per scaldarsi».

Le bombe arrivano mentre è in corso un cessate il fuoco in alcune città per cercare di evacuare la popolazione civile attraverso sei corridoi umanitari, dopo i fallimenti dei giorni scorsi. Erano stati predisposti tra le 9 e le 21 (ore locali) e più volte Kiev ha dovuto lanciare appelli affinché la Russia rispettasse la tregua. I percorsi scelti erano quelli di Energodar-Zaporozhzhia, Sumy-Poltava, Mariupol-Zaporozhzhia, Volnovakha-Pokrovsk, Izyum-Lozova, e verso Kiev dagli insediamenti di Vorzel, Bucha, Borodyanka, Irpen e Gostomel. Ma in diverse occasioni, come nel caso di Bucha l’evacuazione è stata interrotta dai bombardamenti. Grande apprensione ha generato l’evacuazione di un orfanotrofio in un sobborgo della capitale, Vorzel, dove c’erano 55 bambini e 26 membri dello staff. Secondo le autorità locali, le forze russe hanno bloccato anche il passaggio di 50 autobus vicino a Kiev. A pochi minuti dall’annuncio dato dal sindaco di Irpin che aveva confermato i trasferimenti in corso.

Nuovi bombardamenti delle truppe di Putin sono in corso anche su Kharkiv, da giorni sotto assedio. Colpita Kiev. Un caccia intercettore russo Sukhoi Su-27 si è schiantato su un edificio residenziale nel quartiere di Osokorky, sulle rive del Dnipro, dopo essere stato colpito dalle forze ucraine. Il pilota è riuscito ad azionare il sedile di espulsione prima dello schianto, ma è comunque morto. «Abbiamo risorse solo per una settimana», lancia l’allarme il sindaco della città, l’ex pugile Vitalii Klitschko. E c’è apprensione intorno alla centrale nucleare di Chernobyl. L’interruzione di corrente «causerà a breve il blocco dei sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare, rendendo imminenti la fuoriuscita di radiazioni. Entro un giorno potrebbero esserci perdite radioattive», prevede il ministro degli Esteri ucraino Kuleba. Anche se l’Agenzia nucleare (Aiea) ridimensiona l’sos: «Nessun impatto critico sulla sicurezza».

Ieri, poi, il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha dichiarato che il Regno Unito fornirà sistemi di difesa aerea all’Ucraina e 1615 missili anticarro, oltre ai 2.000 già inviati prima della guerra. «Il modo migliore per aiutare a proteggere i cieli è attraverso le armi antiaeree», ha dichiarato il ministro parlando con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, a Washington. E ha aggiunto: «Il Regno Unito non sta cercando di creare una no-fly zone sui corridoi di evacuazione in Ucraina, poiché ciò porterebbe a un confronto diretto tra Nato e Russia». Mentre gli Usa hanno annunciato che invieranno due batterie di missili Patriot in Polonia.

Intanto l’invasione va avanti anche sugli altri fronti e, secondo Londra, i russi sarebbero pronti a usare qualsiasi mezzo per vincere. Il ministro della Difesa britannico ha reso noto che Mosca ha confermato l’uso di razzi «termobarici», allegando un video che spiega il funzionamento dei missili, «già utilizzati dai russi in Afghanistan e in Cecenia», e ne descrive «l’impatto devastante». Mentre in serata il portavoce della Difesa russa, Igor Konashenkov, è stato costretto ad ammettere la presenza di militari di leva tra i combattenti impegnati nell’offensiva in Ucraina dopo che Putin aveva assicurato il contrario. E anche dei razzi termobarici. E sulla strage dei civili è intervenuto il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che si è detto «molto preoccupato per una guerra che ora è a tutto campo». Sulla telefonata avuta con il ministro degli Esteri russo Lavrov ha ribadito che «non ha dato garanzie. Mi ha detto che lo scopo è garantire la sicurezza della Russia, che tutto quello che è avvenuto in questi anni avrebbe messo in pericolo la sicurezza del Paese». Quindi il porporato si è appellato a una «apertura da parte di tutti. Se ci si arrocca la guerra diventerà sempre più micidiale». 

 

LE DIRETTRICI

E infatti, a due settimane dall’inizio della battaglia, le forze più preparate sul campo, quelle del Distretto militare occidentale hanno raggiunto Kharkiv, da dove, però, non riescono a proseguire, mentre una seconda ala ha faticato ad arrivare nei dintorni di Kiev. È l’élite russa che, secondo le loro previsioni, avrebbero dovuto prendere la Capitale e far cadere il governo, nella prima ondata dell’attacco. Il resto delle forze russe, quelle meno preparate, secondo un esperto militare, avrebbero dovuto operare a lungo termine, occupare, e invece ora sono costrette al combattimento. Queste forze si sono poi divise in due direttrici, una verso Mariupol, l’altra a Kherson. La seconda linea si è ulteriormente divisa: verso Zaporizhzhya e verso Mykolaiv, quindi Odessa. Ma anche qui fanno fatica, il rifornimento attraverso la Crimea è complicato. Ci sono poi i “siberiani” del Distretto militare centrale, che «non hanno preso quasi nulla». Infine, «i militari del Distretto orientale, i meno preparati di tutti, dispiegati dalla Bielorussia. Hanno preso Chernobyl e costituiscono il convoglio di 60 chilometri diretto a Kiev. Nella capitale avrebbero dovuto confluire i due gruppi impegnati a Kharkiv e un altro in arrivo dalla Bielorussia. Ma la strada è lunga e pesante. E faticano ad arrivare. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Aprile 2022, 14:09
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