La rabbia di Ciro: «Mi diceva: ti devo uccidere». La mamma: «La famiglia di Maria Paola la deve pagare»
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«La mia famiglia mi vuole bene per quello che sono, non ce la faccio più. Doveva succedere a tutte e due. Io la voglio vedere per l'ultima volta a Maria Paola», ha aggiunto Ciro. «Mi diceva 'ti devo uccidere, devi fermarti'. Paola gli diceva che c'era anche lei sullo scooter e che la doveva smettere, ma lui guardava solo me, non pensava a lei. Voleva uccidermi. Ci ha fatto cadere colpendo il mezzo a calci. Dopo essere caduti sono andato verso Paola per vedere come stava, ma il fratello mi ha bloccato e mi ha picchiato. È stato un incubo».
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Michele Gaglione è stato ascoltato dal gip di Nola Fortuna Basile in sede di udienza di convalida del fermo, dovendo rispondere del reato di omicidio preterintenzionale, e si è dichiarato innocente. Il giovane, assistito dall'avvocato Domenico Paolella, ha confermato di aver inseguito con il suo scooter la sorella Maria Paola ma ha spiegato che l'intento non era farla cadere e ha negato la circostanza dello speronamento come causa dell'incidente a seguito del quale la sorella è morta.
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Al giudice il fratello della vittima ha raccontato che stava inseguendo la sorella perché voleva parlarle e perché voleva recuperare il rapporto spezzato con lei a seguito della relazione con Ciro, uomo trans, anch'egli a bordo dello scooter con Maria Paola. Nel corso dell'inseguimento, ha proseguito, si è accorto che il mezzo a bordo del quale viaggiavano Ciro e Maria Paola è sbandato e che i due sono caduti. Il giudice si è riservato di decidere: la decisione è attesa nel pomeriggio.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Settembre 2020, 16:51
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