San Felice a Cancello, uccide la moglie e poi chiama i carabinieri: «Ero geloso di lei». In carcere tenta suicidio

Uccide la moglie a colpi di pistola poi chiama i carabinieri: «Ero geloso di lei». In carcere ha tentato il suicidio

Ha tentato il suicidio in carcere Michele Marotta, il 34 enne arrestato ieri dopo aver ucciso a colpi di pistola la moglie Maria Tedesco in una zona di campagna di San Felice a  Cancello (Caserta). Troppo forte il rimorso per quello che aveva fatto, così nella notte, Marotta, recluso da solo in una cella del carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha legato un'estremità del lenzuolo all'inferriata della finestra e l'altro al collo, ed ha tentato così di impiccarsi. Gli agenti della polizia penitenziaria, che lo tenevano sotto stretta osservazione sono intervenuti immediatamente, salvandogli la vita.

 

Il 34enne è stato condotto in infermeria. Intanto a San Felice a Cancello, il giorno dopo l'omicidio, la comunità è scossa per quanto accaduto. Sul luogo delitto sono stati posti dei fiori in memoria della 33 enne Maria Tedesco, che con Marotta aveva un figlio di sei anni, ora affidato ai nonni. Ieri mattina, Marotta e la moglie erano usciti perché l'uomo - stando a quanto ha raccontato lo egli stesso ai carabinieri - doveva andare a ritirare il certificato medico che ne attestava la guarigione dal Covid. Era dunque il primo giorno in cui poteva uscire. La coppia però ha iniziato a litigare, perché Marotta pensava che la moglie lo tradisse, o comunque avesse una simpatia per un altro uomo. I due si sono poi recati in un luogo più isolato, a non molta distanza da casa. Qui n Marotta ha estratto una pistola, «Magnum 357» che deteneva regolarmente, e ha fatto fuoco 4-5 volte colpendo la moglie al torace in parti vitali. .

 

Omicidio avvenuto in mattinata

L'omicida, il 34enne imbianchino Michele Marotta, ha agito a metà mattinata, in un'area collinare della frazione di Cancello Scalo. È stato lui a raccontare quanto accaduto ai militari della Compagnia di Maddaloni, e al sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Di Vico, arrivato sul posto dopo il delitto. L'operaio ha riferito di aver agito per la sua forte gelosia; sulla sua versione gli inquirenti stanno facendo degli approfondimenti, visto che l'uomo ha portato con sé la pistola, peraltro regolarmente detenuta, facendo ipotizzare che potesse anche avere già in mente l'epilogo cruento che ha poi effettivamente avuto luogo.

La coppia - ha raccontato il 34enne - è uscita questa mattina in auto per alcune commissioni, e subito avrebbe iniziato a litigare; a Michele sembra non andasse il comportamento che la moglie aveva avuto con un altro ragazzo. Dopo poco il 34enne si è diretto verso casa; «voglio stare sola» gli avrebbe detto Maria, così lui si è recato dietro casa, in un'area di campagna isolata, a ridosso di una collina.

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Michele ha sparato 5-6 volte

Qui il litigio sarebbe continuato con ancora più forza, e ad un certo punto Michele ha estratto l'arma e ha fatto fuoco 5-6 volte. Maria è morta quasi sul colpo. In preda alla confusione, il 34enne ha fatto un paio di telefonate ad un parente e ad un amico per dire cosa aveva combinato, quindi è andato a casa, dove ha informato i carabinieri. «Venitemi a prendere, ho ucciso mia moglie» queste le parole scandite al telefono da Michele Marotta. In pochi minuti i militari, che già si erano già attivati in quanto allertati da alcune persone che avevano udito gli spari, sono piombati nella sua abitazione, e hanno raccolto la sua confessione. La coppia ha un figlio di sei anni, che per ora è stato affidato ai nonni.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Novembre 2020, 20:57
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