Uccide la madre soffocandola con il cuscino: Sandro Biondi tenta il suicidio in carcere utilizzando i lacci delle scarpe e la cintura

Il 51enne ha provato a togliersi la vita ma è stato salvato dagli agenti di polizia

Uccide la madre soffocandola con il cuscino: Sandro Biondi tenta il suicidio in carcere utilizzando i lacci delle scarpe e la cintura

di Niccolò Dainelli

Dopo l'omicidio di sua madre, Sandro Biondi dovrà restare in carcere, a Ferrara, fino a quando non ariveranno gli esiti della consulenza tecnico psichiatrica richiesta dal pm. Ma il 51enne, adesso, è un osservato speciale. L'uomo, infatti, ha tentato il suicidio utilizzando i lacci delle scarpe e la cintura. 

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Uccisa dopo la lite

Sandro Biondi, nella mattinata di giovedì 23 febbraio, ha soffocato con un cuscino la madre semi-inferma a letto, l’80enne Maria Luisa Sassoli. Il dramma familiare si è consumato all'interno della loro abitazione dove i due condividevano da circa dieci anni un bilocale in un complesso residenziale di edilizia popolare alle porte di Ferrara. È stato il 51enne a chiamare la polizia, dopo aver commesso il fatto.
L'uomo si era auto denunciato come responsabile dell’uccisione della donna, dopo l'ennesima lite.

Senza lacci e cintura

Sabato 25 febbraio, all'udienza per la convalida dell'arresto, Sandro Biondi si è presentato senza lacci per le scarpe e cintura. Gli sono stati tolti per impedire che provasse nuovamente di uccidersi. Il 51enne, infatti, voleva togliersi la vita in cella, a 24 ore dall'omicidio. Venerdì 24 febbraio, il giorno dopo il crimine, come riportato da La Nuova Ferrara, l'uomo è stato trovato mentre cercava di togliersi la vita ed è stato salvato dall'intervento tempestivo degli agenti. 

«Non litigava con sua madre»

Il legale di Sandro Biondi, l'avvocato Monica Pedriali, nel frattempo smentisce le testimonianze di alcuni vicini di casa che, nei giorni scorsi, avevano riferito dei numerosi litigi tra l'uomo e sua madre, alcuni anche molto violenti. «Ho letto che i vicini di casa - ha commentato - avrebbero detto che lui picchiava la madre. Queste sono accuse gravi, non supportate e di piena diffamazione. Se dovessero continuare, assumerò le determinazioni necessarie per proteggere il mio assistito perché questa è una situazione delicata e non lo spazio pubblicità di alcuni condomini. Nei giorni scorsi lo stesso fratello del mio assistito ha negato che ci fossero state delle liti, di cui nemmeno io ne sono a conoscenza. Sapevo che c’erano stati interventi da parte del personale sanitario perché la donna era malata ma, allo stesso tempo, gli operatori se ne sarebbero accorti se ci fossero stati segni di violenza da parte del figlio». 


Ultimo aggiornamento: Domenica 26 Febbraio 2023, 10:46
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