Morta di tumore perché abbracciava il padre con la tuta sporca di amianto: ditta condannata al risarcimento

Una battaglia legale lunga 7 anni, iniziata proprio dalla donna e proseguita, dopo la sua morte, dal marito e la sorella

Morta di tumore perché abbracciava il padre con la tuta sporca di amianto: ditta condannata al risarcimento

di Niccolò Dainelli

È morta a 58 anni di mesotelioma pleurico, principale causa di chi ha lavorato a stretto contatto con l'amianto. Ma la donna, per gran parte della sua vita ha lavorato come casalinga. E dunque ha contratto la grave malattia pomlonare, associata all'eternit, abbracciando suo padre quando ancora era bambina. L'uomo, infatti, tornando da lavoro aveva la tuta sporca del materiale killer. Poi crescendo, la donna ha aiutato per anni la mdre e la sorella a fare il bucato, lavando anche le tute da operaio ricoperte di fibre tossiche. E a sei anni dalla sua morte ha ottenuto giustizia

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La sentenza

 

La quarta sezione civile della corte d'Appello di Venezia, infatti, riformando una sentenza contraria in primo grado, ha riconosciuto il nesso di casualità tra il lavoro del padre e il decesso della donna. E l'azienda è stata condannata a risarcire la famiglia con quasi 700mila euro. I giudici hanno concordato con la tesi sostenuta dai legali di famiglia, riconoscendi nell'esposizione all'amianto l'unica possibile ragione per la malattia e nel contatto quotidiano con il padre l'unica forma di contaminazione mai avuta dalla donna.

Abbracciando il papà


Come raccontato da il Corriere della Sera, nel 2017 era stata proprio la donna a denunciare la Edilit srl di Vigodarzere, in provincia di Padova, raccontando in tribunale di aver vissuto per 21 anni a casa dei genitori a Castello, nel centro storico veneziano. Al giudice aveva spiegato di aver lavorato solo tra il ‘79 e l’80 in una valigeria e di non aver mai avuto, quindi, la possibilità di maneggiare polvere di eternit, se non in un modo: abbracciando suo padre quando tornava dal lavoro del padre e lavando per anni i suoi vestiti contaminati. Ma in primo grado il giudice aveva rigettato la richiesta di risarcimento perché riteneva mancasseo le prove della correlazione tr ai due eventi. Il 4 aprile 2017, neanche un mese dopo aver presentato il suo caso in aula, la donna è deceduta, ma la sorella e il marito hanno deciso di continuare a combattere la sua battaglia.

Giustizia

Il marito e la sorella, in secondo grado, hanno specificato il ruolo che la ragazza svolgeva in casa, ma è anche stato di fatto invertito il principio della prova, ribadendo che il mesiotelioma pleurico «è causato in via esclusiva dalle inalazioni delle polveri di amianto» e che per questo non ci può essere altro responsabile se non la tuta del padre.

E adesso il marito, la sorella e i figli della 58enne veneziana. sono stati risarciti dalla Edilit Srl con quasi 700mila euro tra cui le oltre 25mila euro di spese legali, sempre a carico della ditta. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Febbraio 2023, 17:39
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