Diceva di curare il cancro con gli ultrasuoni: «Due pazienti morti». Incastrata da Le Iene
La procedura, durata circa due ore, si è svolta nelle sale di emodinamica della Cardiologia universitaria ed ha visto l'alternarsi continuo di diverse figure specialistiche: cardiochirurghi, anestesisti, emodinamisti, ecocardiografisti, insieme a tecnici perfusionisti e di sala di emodinamica. Terminato l'intervento, il paziente è stato immediatamente trasferito direttamente in reparto degenti in ottime condizioni generali. La dimissione è prevista nei prossimi giorni senza necessità di riabilitazione.
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La terapia medica non aveva infatti modificato le dimensioni della massa: è stata allora valutata la possibilità di rimozione in chirurgia mini-invasiva.
Le comorbidità e la patologia neoplastica pregressa hanno reso necessario l'impiego di un sistema di aspirazione (dispositivo AngioVac) da impiantare per via percutanea a torace totalmente chiuso e a cuore battente, considerato l'elevato rischio chirurgico. Il presidio - spiega l'ospedale in una nota - consente di creare un bypass extracorporeo veno-venoso, in grado di trattare trombosi venose profonde, embolie polmonari massive e rimozione di masse intracardiache.
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Maggio 2018, 12:12
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