Treno Frecciarossa deragliato, Mario morto a 59 anni. Tra pochi mesi sarebbe andato in pensione

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Nel tragico incidente di ieri al treno Frecciarossa deragliato nel lodigiano, due macchinisti hanno perso la vita: Giuseppe Cicciù aveva 51 anni, Mario Dicuonzo 59, il primo di origini calabresi, il secondo originario di Capua. Mario, dai colleghi, era affettuosamente chiamato «maestro», per i suoi anni da istruttore a decine di corsi di formazione per macchinisti dei treni dell'Alta velocità, organizzati da Trenitalia. Un ferroviere figlio di ferroviere, dato che suo padre faceva il capostazione a Capua.

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Come racconta Gigi Di Fiore sul quotidiano Il Mattino, tutta la sua famiglia aveva vissuto a lungo nella casa della palazzina della stazione di Capua, di proprietà delle FS: Mario era entrato per concorso come macchinista nell'azienda in cui suo papà aveva lavorato per tutta la vita, stessa scelta per il fratello Maurizio. Mario però nel 1981 aveva lasciato Capua per Pioltello, dove viveva con la moglie e la figlia: così come il fratello, che viveva a Piacenza. Mario tra pochi mesi sarebbe andato in pensione, dopo oltre tre decenni di lavoro.

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Un terzo fratello, Mimmo, vive invece ancora a Capua: dipendente comunale, era al lavoro quando ha sentito di ciò che era accaduto, scrive Il Mattino. Subito ha preso il telefono e ha chiamato Mario, ma non ha ricevuto risposta: poi la tragica notizia. «È stato un colpo al cuore. Non ci sono parole per esprimere il dolore che ho provato. Mi sentirò con mio fratello Maurizio, andrò da mia cognata e mio nipote», ha detto Mimmo, che oggi partirà per Milano. Mario, raccontao, di quel lavoro era orgoglioso, a 59 anni ripeteva che gli consentiva di viaggiare e di conoscere l'Italia anche se con piccoli sacrifici. «Lavoro usurante» il suo, che avrebbe potuto lasciare a 60 anni: pochi mesi di pazienza e avrebbe finalmente potuto dedicarsi alla famiglia. Ma il viaggio di ieri è stato l'ultimo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Febbraio 2020, 12:47
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