Pestaggi in questura a Verona, il Gip: «Torture con sadico godimento»

Giudice accetta richiesta pm, 'ma non potrà avere condizionale'

Pestaggi in questura a Verona, il Gip: «Torture con sadico godimento»

di Redazione web

Nei confronti di Alessandro Migliore, il principale indagato di Verona per le presunte torture e lesioni in Questura, «sarebbe stata indispensabile la custodia in carcere». Lo scrive il Gip di Verona, Livia Magri, nell'ordinanza con cui concede ai cinque poliziotti la misura cautelare degli arresti domiciliari. Secondo il Gip, nelle sue richieste Procura ha invece avuto «un atteggiamento particolarmente prudente».

Il ruolo dell'agente Migliore

Migliore emerge innanzitutto in 'buoni rapportì con un cittadino albanese, Artan Bajraktari, buttafuori in una discoteca che lui frequentava, il Piper di Verona. Avrebbe falsato - assieme ad altri tre colleghi indagati - il verbale di una perquisizione alla casa e all'automobile dell'uomo, avvenuta nel marzo 2022, suggerendogli di nascondere una pistola. Per questa falsificazione, Bajraktari è stato arrestato a settembre, e successivamente rinviato a giudizio immediato. La presenza di Migliore alle false perquisizioni, per il Gip «era stata sicuramente fondamentale rispetto al 'trattamento di favorè» nei confronti dell'albanese. Vi sono i pestaggi in questura di Mattia Tacchi e di Nicolae Daju, per cui il pm configura il reato di tortura, e di Adil Tantaoui, con l'accusa di lesioni. C'è infine l'ipotesi di peculato, per essersi impossessato di una quantità di hascisc sottratta a un piccolo spacciatore, nell'ottobre 2022.

Migliore, secondo il Gip, «si è reso protagonista di reati assai gravi, lesivi di beni giuridici anche del tutto diversi tra loro, falsificando atti pubblici...

accaparrandosi stupefacenti... torturando con sadico godimento, in più occasioni e in un arco temporale del tutto contenuto», mostrando «una spiccata propensione criminosa e una spregiudicata modalità di azione, non contenibile in alcuna maniera se non tramite la sottoposizione a misura cautelare».

Di fronte alla richiesta di domiciliari del magistrato requirente, il Gip sottolinea che «non può applicare misura più gravosa rispetto a quella richiesta dal Pm», ma ritiene «impensabile prevedere la concessione della sospensione condizionale della pena, potendosi prevedere una pena ampiamente superiore rispetto a quella di due anni di reclusione».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Giugno 2023, 21:52
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