Torre del Greco, i funerali di Giovanni, Matteo, Antonio e Gerry, i quattro amici morti a Genova. Sepe: «Morti per mano dell'uomo»

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NAPOLI -«Non si può, non si deve morire per negligenza, per incuria, per irresponsabilità, per superficialità, per burocratismo, per inedia, perché questa è la vera violenza, è la violenza contro la persona, contro l'umanità». Così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, durante l'omelia dei funerali dei quattro ragazzi di Torre del Greco morti nel crollo del ponte a Genova.
 
 

È una dei passaggi più duri dell'omelia del cardinale di Napoli Crescenzio Sepe che ha officiato nella basilica di Santa Croce a Torre del Greco (Napoli) le esequie dei quattro ragazzi morti nel crollo del ponte a Genova. «Che cosa si può dire a un genitore che vive nel dolore della morte del figlio? - ha proseguito Sepe - C'è il loro rifiuto ad ogni tentativo di ragionamento. Solo la fede in Cristo morto e risorto può essere d'aiuto».

La lunga omelia è stata salutata con un lungo applauso dalle migliaia di persone che gremiscono la chiesa. «Antonio, Giovanni, Matteo e Gerardo - ha concluso l'arcivescovo - restano testimonianza viva di una violenza consumata non dal destino ma dalla mano dell'uomo che si sostituisce alla mano di Dio per i propri interessi, e diventano simbolo di rinascita se tutti sapremo uniformare i nostri ruoli e i nostri comportamenti a quell'etica della responsabilità che è parte fondamentale del vivere civile e religioso».


Matteo Bertonati, Antonio Stanzione, Giovanni Battiloro e Gerardo Esposito. Per le famiglie e la comunità di Torre del Greco oggi è stato il giorno dell'ultimo addio ai quattro ragazzi morti nel crollo del ponte Morandi a Genova, funerali che si sono tenuti nella loro città d'origine dopo la rinuncia da parte delle famiglie ai funerali di Stato che si terranno sabato a Genova. 
 


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Il padre di uno dei ragazzi si è sfogato in un lungo post su Facebook: «Mio figlio non diventerà un numero nell’elenco dei morti causati dalle inadempienze italiane - ha scritto Roberto Battiloro, padre di Giovanni - farò in modo che ci sia giustizia per lui e per gli altri: non dobbiamo dimenticare. Non vogliamo un funerale farsa, ma una cerimonia a casa, nella nostra chiesa a Torre del Greco. È un dolore privato, non servono le passerelle. Da oggi inizia la nostra guerra per la giustizia, per la verità: non deve accadere più».

Ma poi ha smorzato i toni: «Ora è il momento del dolore e il dolore deve essere condiviso con chi, per ragioni anagrafiche o di salute, non poteva raggiungere Genova». Ed è per questo che le quattro famiglie hanno deciso di far svolgere i funerali nella città natale dei loro figli: il rito si terrà oggi 17.30 nella basilica di Santa Croce e sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagine Facebook della basilica cittadina https://www.facebook.com/parisholycross/.
 


«Il nostro non è un no ai funerali di Stato - aggiunge Battiloro, raggiunto telefonicamente - durante i quali ci saranno le foto dei nostri figli, ma solo la volontà di stringerci con il nostro territorio che in queste ore ha fatto sentire forte la propria vicinanza». Roberto Battiloro ha parole d'elogio «per il sindaco di Genova e le autorità locali, come per l'umanità mostrata dal personale tutto dell'ospedale. E molto attivo è stato il sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba». Per individuare le responsabilità di quanto accaduto «ci sarà tempo - conclude il padre di Giovanni Battiloro, morto a 29 anni - e per questo abbiamo già dato mandato a un avvocato».
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Agosto 2018, 11:00
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