Tre mesi di agonia e Natalia muore: ​ora si indaga per omicidio colposo

Tre mesi di agonia e Natalia muore: ora si indaga per omicidio colposo

di Paola Treppo
TRIVIGNANO UDINESE/PADOVA - La perizia medico legale dei consulenti nominati dalla Procura patavina ha ravvisato responsabilità dei sanitari (al momento ignoti) nella morte della gemellina di Trivignano Udinese, Natalia Merlo. C'erano state al tempo perplessità sui tempi scelti per la delicata operazione al cuore, sulla diagnosi preoperatoria, sull'assistenza e più di qualche riserva nella gestione post-operatoria della piccolissima paziente.

Si indaga per omicidio colposo
Che la cardiochirurgia dell'ospedale di Padova rappresenti un'eccellenza è un dato di fatto, ma qualcosa non ha funzionato nella vicenda della piccola Natalia Merlo, la neonata di neanche 7 mesi deceduta poco più di un anno fa, il 26 settembre 2016, dopo un intervento a cui era stata sottoposta per una cardiopatia. 

I dubbi di mamma e papà
I dubbi della mamma e del papà, che per fare chiarezza sui fatti si sono rivolti a Studio 3A, ora sono stati corroborati e certificati dalla perizia medico legale disposta dal pubblico ministero della Procura di Padova, Francesco Tonon, che ha aperto un procedimento per omicidio colposo, per ora contro ignoti, in seguito all'esposto presentato dai genitori. Una consulenza autorevole, affidata e realizzata da due luminari: Andrea Verzeletti, direttore dell'Istituto di medicina legale dell'ospedale di Brescia, e Giancarlo Crupi, specialista cardiochirurgo già in servizio all'Unità operativa di Cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale di Bergamo, associato all'incarico alla luce del carattere specialistico del caso.

La toccante storia di Natalia
Una storia toccante quella della bimba. La sua nascita, nel reparto di neonatologia dell'ospedale di Udine, il primo marzo del 2016, viene salutata come un grande evento nella piccola comunità di cui è “figlia”, Trivignano Udinese, perché mamma Jenny, impiegata, di bimbi, e sono anche i suoi primogeniti, ne dà alla luce contemporaneamente tre: sia lei che il marito e papà, Alessandro Merlo, imprenditore agricolo, assessore del piccolo comune, vantano infatti diversi parti gemellari nelle rispettive famiglie.
 
I tre bambini stavano tutti bene 
I tre gemellini, un maschietto, e due femminucce, tra cui Natalia, nascono con cesareo alla trentacinquesima settimana: lievemente prematuri, stanno bene. Natalia è la più piccolina, ma pesa pur sempre 1 chilo e 677 etti e, soprattutto, cresce regolarmente, un chilo al mese, come del resto i fratellini. Insomma, tutto procede per il verso giusto, la mamma viene dimessa con i suoi figlioletti, finché uno dei periodici controlli a cui i pargoletti vengono sottoposti evidenzia nella bimba un problema cardiaco.
 
In accordo con i genitori, considerata la fama di cui gode il centro di Padova per le patologie cardiache, da Udine contattano i cardiologi e i cardiochirurgi pediatrici di Padova che, dopo vari accertamenti e consulti, decidono di procedere con un intervento chirurgico, prospettando ai genitori un rischio operatorio contenuto al 2 per cento: intervento che sarà effettuato il primo luglio 2016 nella Cardiochirurgia pediatrica e Cardiopatie congenite del Centro Gallucci.

Cosa dice il consulente del pm 
I consulenti medico legali nominati dal pm rilevano i primi due “appunti”. Non vi è dubbio che i difetti necessitassero di una correzione chirurgica, «ma desta perplessità - scrivono - il timing dell'operazione, effettuata quando la bambina aveva appena quattro mesi di vita, tenuto conto che la piccola paziente era in buone condizioni generali, stava crescendo in maniera del tutto normale ed era in ottimo compenso emodinamico: si sarebbe potuto adottare anche un atteggiamento attendistico, con controlli seriati nel tempo della funzionalità cardiaca, che avrebbe permesso l'ulteriore crescita della bambina e reso quindi meno rischioso l'intervento correttivo”. L'altra lacuna della fase pre-intervento riguarda, sempre per citare la perizia, “l'incompletezza della diagnosi preoperatoria, dove non viene riportata l'assenza di una comunicazione tra le due vene cave superiori, che inciderà, significativamente, sull'esito dell'intervento».
 
La lunga agonia della piccola  
Questo anche per significare la lunga agonia della piccola, i tormenti a cui è stata sottoposta con altre, vane operazioni “riparatorie” e le sofferenze provate dai genitori che erano al suo capezzale: quasi tre mesi vissuti per lo più in terapia intensiva tra speranze di una risoluzione delle problematiche e gli sconforti per gli interventi correttivi che non riuscivano, tra qualche segnale di ripresa e notizie shock come quella che la piccola poteva aver riportato irrimediabili danni cerebrali, fino alla tragedia finale.
 
«Nessuno dei sanitari che assistette la bambina si interrogò sulla necessità di mantenere pressioni di riempimento venoso così elevate, né sulle cause di sviluppo del chilotorace e sulla impossibilità di ottenerne un trattamento chirurgico efficace – concludono i medici legali nella loro perizia -. L'insuccesso del primo intervento di legatura della cisterna chili eseguito l'otto agosto 2016 avrebbe dovuto indurre a prendere in considerazione ipotesi patogenetiche alternative rispetto a quella di una “semplice” lesione di vasi linfatici, soprattutto alla luce della allora già ben nota trombosi del distretto venoso cerebrale. Queste considerazioni diventano più pregnanti soprattutto dopo l'insuccesso del secondo intervento di legatura della cisterna chili, eseguito il 19 agosto». 
 
I genitori, così come i nonni della piccola, non hanno mai manifestato atteggiamenti di risentimento nei confronti dei medici dell'ospedale di Padova, anzi, hanno dato il consenso per effettuare il riscontro diagnostico, in sostanza l'autopsia interna, per chiarire la cause della morte. Si aspettavano soltanto delle risposte che potessero dar pace al loro dolore, ma non sono più stati chiamati o contattati. Per questo mamma Jenny e papà Alessandro, attraverso il consulente personale Armando Zamparo, si sono rivolti a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. Ed è per questo che a dicembre hanno presentato un esposto alla magistratura che ha portato all'apertura di un fascicolo. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Ottobre 2017, 12:42
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