La Presidenza del Consiglio dei ministri è stata condannata dal tribunale civile dell'Aquila al risarcimento di otto milioni di euro nei confronti delle 30 parti civili per le rassicurazioni prospettate prima del grande terremoto, che nell'aprile del 2009 distrusse L'Aquila. Le rassicurazioni furono date durante la riunione del 31 marzo, sette giorni prima della scossa del 6 aprile, dall'allora Vice Capo Dipartimento nazionale di Protezione civile, Bernardo De Bernardinis - condannato con sentenza passata in giudicato a 2 anni di reclusione - alla popolazione allarmata da un continuo sciame sismico che andava avanti da mesi.
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Condanna civile
Nel 2010 ebbe inizio la battaglia civile nei confronti della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, perché la Commissione Grandi Rischi che aveva tenuto la riunione, è un organo consultivo della stessa. Gli 8 milioni di euro, decisi come risarcimento delle parti offese ai famigliari delle vittime, non sono stati suddivisi in parti uguali, ma in base ai danni subiti.
Frasi fuorvianti
Quelle frasi rassicuranti, che potrebbero aver inciso sulla sorte degli abitanti de L'Aquila che rimasero nelle loro case anziché trovare un riparo all'esterno, furono dette una settimana settimana prima dell'evento catastrofico, che causò 309 morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di sfollati, senza più un'abitazione. «In particolare Bernardo De Bernardinis aveva affermato a proposito dello sciame sismico che 'non c'è pericolo, l'ho detto anche al sindaco, la comunità scientifica mi continua a confermare che anzi è una situazione favorevole, perciò, uno scarico di energia continuo..',» si legge in una parte della sentenza civile.
Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Dicembre 2022, 15:57
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