Terremoto a L'Aquila, la famiglia di una vittima: «Non ricostruite il palazzo della morte»

Terremoto a L'Aquila, la famiglia di una vittima: «Non ricostruite il palazzo della morte»
«Quel palazzo è caduto giù, l'edificio gemello invece è rimasto in piedi. È chiaro che la colpa sia del suolo su cui poggiava, non ricostruite in quel punto». È disperato l'appello della famiglia di Vassilis Koufolias, giovane studente greco di Ingegneria all'università dell'Aquila, tra le 309 vittime del terremoto che sconvolse l'Abruzzo il 6 aprile 2009.

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Come riporta AbruzzoWeb, nel capoluogo si sta discutendo sull'opportunità di ricostruire il palazzo distrutto dal sisma al civico 6 di via di Campo di Fossa: oltre a Vassilis, nel crollo morirono altre 26 persone. Le perizie effettuate hanno dimostrato, in effetti, che a far crollare l'edificio di sei piani erano state le condizioni del sottosuolo, più fragile rispetto al punto in cui si trovava un palazzo assolutamente identico, che però non è crollato. Per questo motivo, papà Georgios, mamma Anna e la sorella Dionysia (che si salvò dal crollo ma rimase invalida al 70%) chiedono che quel palazzo non venga ricostruito: meglio utilizzare quell'area per un parcheggio, come suggeriscono anche alcuni residenti, ed una piazza commemorativa delle vittime.



«Si può vivere anche senza la ricostruzione del ‘palazzo della morte’. E poi chi andrà ad abitare in un palazzo dove 27 persone sono morte nella terribile notte del 6 aprile?» - ha dichiarato l'avvocato Isidoro Isidori, legale della famiglia Koufoulias nel processo civile per il risarcimento danni - «Non vogliamo che si costruisca in quella area; per rispetto dei defunti, per dare un valore ad un dolore di tante famiglie, per dimostrare che si può vivere anche senza la ricostruzione del palazzo della morte, simbolo della tragedia aquilana, eppure non è così in vista come la Casa dello Studente, che è su via XX Settembre, anche lì vittime e dolore immenso; via Campo di Fossa e piazzale Paoli sono poco lontani da Via XX Settembre eppure così lontani dalla memoria collettiva, proprio perché poco visibili».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Luglio 2018, 14:10
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