Uno studente di 11 anni ha lasciato il telefonino acceso a scuola, durante le ore di lezione. Il professore di religione lo ha sentito squillare e glielo ha sequestrato, per poi resitutirlo solo qualche giorno dopo. La decisione presa dal docente ha scatenato la reazione del padre dell'alunno, che ha deciso di affidarsi a uno studio legale per procedere non solo nei confronti del prof, ma anche della dirigente dell'istituto che si trova nella Vallagrina, in Trentino.
Smartphone in classe: dal Ministero più divieti a scuola e meno studenti incollati allo schermo
Il sequestro illegittimo
Intervistato dal quotidiano "l'Adige" il genitore ammette che il figlio ha sbagliato e avrebbe meritato una nota disciplinare o un richiamo ma non il sequestro del telefono, che il padre ritiene «illegittimo». Nemmeno un incontro con la dirigente scolastica è servito ad abbassare i toni e il padre insiste: al quotidiano locale ha detto che «le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l'uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l'insegnante non può provvedere al sequestro».
Le linee guida del ministero dell'Istruzione
Il divieto di utilizzo di smartphone in classe vige già dal 2007, ma questo è stato ribadito e rinforzato da una circolare dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha fatto della battaglia ai telefonini a scuola uno dei suoi primi provvedimenti. Nella circolare si legge che: «L'uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi».
Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Marzo 2023, 08:56
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