«Da oggi in poi qua comandiamo noi» e per stare tranquillo, un noto panettiere titolare di vari negozi tra Napoli e provincia, è stato costretto a consegnare, a fine mese, 3mila euro «quale tassa (mensile, ndr)» sui suoi guadagni «per contribuire alle 'mesate' (stipendi, ndr) per le mogli dei carcerati».
È uno degli episodi estorsivi documentati tra i quartieri Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella di Napoli dai carabinieri della Compagnia Vomero che ieri hanno notificato sei provvedimenti di fermo emessi dalla Dda nei confronti di altrettanti presunti «emissari» di un gruppo malavitoso.
«Detenuti da mantenere»
Non solo: dopo tre mesi gli «emissari» si sono rifatti vivi per aumentare la loro «tassa» da 3mila e 5mila euro, perché, hanno spiegato alla vittima, «...teniamo troppi carcerati da mantenere». Alla quota fissa di 5mila euro, inoltre, al commerciante è stato anche chiesto di aggiungere «...10 centesimi per ogni chilo di pane venduto», pena la sua estromissione «dal giro del pane» in favore del clan.
#tassa per i #detenuti: 7 mila euro al mese dai commercianti di #napoli: 6 fermi https://t.co/a9dt2IDerA
— Leggo (@leggoit) July 26, 2022
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Luglio 2022, 11:03
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