Tartaruga legata a una corda e gettata in mare, orrore nel Mar Piccolo

Tartaruga legata a una corda e gettata in mare, orrore nel Mar Piccolo
Gravissimo atto di bracconaggio a Taranto. È dura la presa di posizione del Wwf nazionale dopo il ritrovamento avvenuto sabato scorso di una tartaruga Caretta caretta, uccisa e poi affondata senza alcuna pietà nelle acque del mar Piccolo. Un gesto inqualificabile, terribile per una città che dovrebbe amare ogni singolo essere vivente del mare che la bagna. Invece qualcuno l’ha colpita per ammazzarla, l’ha legata a una corda e a una grossa pietra e poi l’ha lasciata precipitare sul fondale.


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Per non lasciare tracce. Niente che possa avere una giustificazione, una motivazione plausibile: è un atto criminale che dice molto del rapporto di questa città con la natura che la caratterizza e la rende unica nel mondo. L’altro ieri una pattuglia dell’associazione Arpec Puglia (Protezione civile ed ambientale a cavallo), partner per la realizzazione dell’Ecomuseo del Mar Piccolo, ha avvistato la carcassa in mare. La segnalazione è partita immediatamente e così sono intervenuti i volontari del Wwf di Taranto. Si è trattato di un raccapricciante ritrovamento, apparso subito agli occhi di chi è arrivato sul posto come una vera e propria esecuzione. Modalità crudeli purtroppo non del tutto estranee da queste parti. Anni fa, sempre in mar Piccolo, furono ritrovati addirittura resti di cani utilizzati come esche.
 

 
Qualcosa di impensabile lì dove la cultura del mare dovrebbe significare ricchezza, non solo economica. Eppure sono cose che accadono, si ripetono e qualcuno sospetta che questi episodi negli ultimi tempi siano anche aumentati. Vanno per questo fermati immediatamente. Carabinieri, guardia costiera, Asl e aeronautica (la tartaruga è stata infatti rinvenuta presso la Scuola volontari di truppa dell’aeronautica militare di Taranto) sono accorsi immediatamente sul luogo indicato. Vista la gravità dell’accaduto l’Asl ha contattato il magistrato di turno che ha disposto l’avvio di indagini approfondite per individuare l’autore o gli autori di questo gesto brutale. Gaetana, questo il nome che i volontari del Wwf le hanno dato quando l’avevano in cura, era un esemplare femmina di tartaruga Caretta caretta adulta con una lunghezza di 73 centimetri, una larghezza di 66,5 centimetri e un peso di 51,9 chilogrammi. Era stata recuperata nei pressi del Parco Cimino a Taranto il 9 gennaio scorso ed era stata subito presa in cura dal personale dell’Oasi Wwf di Policoro. Dopo le cure e la riabilitazione era stata liberata, sempre a Parco Cimino il 10 aprile di quest’anno, prima di finire nelle mani sbagliate. Mani assassine. «Sono sgomento e indignato. I criminali che uccidono specie protette calpestano un pezzo meraviglioso di creato e il lavoro e l’abnegazione di chi controlla, presidia e custodisce il nostro patrimonio. Non staremo a guardare, continueremo a presidiare e a lottare accanto al Wwf perché la bellezza prevalga». Così il vicesindaco e assessore all’ambiente del Comune di Taranto Rocco De Franchi ha commentato la notizia. Il Wwf ha fatto sapere che con il suo ufficio legale ha già avviato tutti gli approfondimenti per valutare una eventuale costituzione di parte civile contro chi si è macchiato di questo orribile crimine di natura e ha chiesto alle autorità competenti di fare piena luce sull’accaduto. Il Wwf ha chiesto inoltre alle istituzioni di Taranto un impegno straordinario di sorveglianza contro la pesca illegale all’interno del mar Piccolo dove la pesca con le reti è vietata oltre che un tavolo permanente sulla sua salvaguardia. Sarebbe opportuno per difendere questo gioiello prezioso per la città che non può rimanere nelle mani di chi è interessato solo al profitto privato a danno di tutti. Tartarughe comprese.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Ottobre 2017, 09:58
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