Addio superbonus, numeri choc: lo Stato ha speso quasi 72 miliardi per il 3% degli edifici

Cala il sipario sulle cessioni dei crediti e sugli sconti in fattura, per decisione del governo. Il bilancio è in chiaroscuro

Addio superbonus, numeri choc: lo Stato ha speso quasi 72 miliardi per il 3% degli edifici

di Redazione Web

Addio al superbonus, e il bilancio è in chiaroscuro. I numeri esposti dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre sono impietosi: a fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso, lo Stato con il superbonus dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro. Ricordando che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, l'Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo.

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Cgia: «Costo spaventoso, mercato drogato»

Cala dunque il sipario sulle cessioni dei crediti e sugli sconti in fattura, per decisione del governo. Per la Cgia il Superbonus non va «bocciato» tuttavia questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale «spaventoso» e non proporzionale al numero di edifici che sono stati «efficientati». Inoltre la convinzione di aver speso troppo e di aver «drogato» anche il mercato edilizio è comunque molto elevata, osserva la Cgia.

Quanto alla 'mappa' del superbonus, a livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 46.447 asseverazioni, l'incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari al 4,4 per cento, in Toscana scende al 4 per cento e in Lombardia al 3,9.

Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria, Valle d'Aosta e Liguria (tutte con un'incidenza del 2 per cento), insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l'1,7 per cento. A livello nazionale, infine, l'importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 192.756 euro per edificio residenziale. I picchi massimi li scorgiamo in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d'Aosta (267.698 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Friuli Venezia Giulia (152.056 euro), Toscana (151.206) e Veneto (150.906 euro).


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Febbraio 2023, 10:15
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