Le suore si ribellano per salvare il monastero: pugno duro del Vaticano. «Ci hanno tolto i voti»

Suor Massimiliana Panza e suor Angela Maria Punnacka hanno rifiutato il trasferimento per impedire che il monastero di Santa Chiara a Ravello fosse soppresso, ma per le due monache di clausura è scattato il provvedimento che le dispensa dagli obblighi

Le suore si ribellano per salvare il monastero: pugno duro del Vaticano. «Ci hanno tolto i voti»

di Niccolò Dainelli

Non potevano accettare che il loro monastero di Santa Chiara a Ravello, in provincia di Salerno, fosse soppresso. E così suor Massimiliana Panza e suor Angela Maria Punnacka, ha deciso di rifiutare il trasferimento per difendere l'antico luogo religioso. Un atto di disobbedienza alla Chiesa e all'Ordine delle Suore clarisse urbaniste d'Italia che non è affatto piaciuto al Vaticano che ha deciso di utilizzare il pugno duro. Le due monache di clausura, infatti, non andranno in nessun altro convento: sono destinatarie di un provvedimento che toglie loro i voti

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Non sono più suore

 

Dispensate dagli obblighi provenienti dalla sacra ordinazione, non sono più suore. Entrambe, con la 97enne suor Maria Cristina Fiore, lo scorso giugno avevano rifiutato il trasferimento in tre diversi monasteri italiani. E speravano nella formalizzazione dell’atto di donazione in favore di Papa Francesco dell’intero patrimonio del monastero di Santa Chiara, il cui valore si aggira tra i 50 e i 60 milioni di euro, al fine di salvarlo da un’eventuale soppressione. Ma invece, a sorpresa, il provvedimento di destituzione proviene dal Vaticano e porta la firma di Bergoglio. 

Una nuova comunità

Secondo quanto riportato da Il Mattino, nel frattempo nel monastero si è insediata una nuova comunità, con tre suore aggiuntesi all’inferma Maria Cristina, che è a Ravello dal 1955 e necessita di assistenza. Dopo averla accudita negli ultimi anni, ieri mattina suor Massimiliana e suor Angela l'hanno salutata e hanno lasciato per sempre il monastero. Un addio che non è certo passato inosservato con una folla di persone che ha raggiunto la piazza di ravello per salutarle con calore e affetto. A suor Massimiliana è stato donato un piatto in ceramica raffigurante uno scorcio di Ravello con una dedica. «Grazie per quanto fatto per Ravello. Continueremo a batterci per il monastero», le ha detto Gino Schiavo in rappresentanza del comitato cittadino di salvaguardia del monastero, costituitosi due anni fa quando si paventò per la prima volta la soppressione.

«Grazie»

«Grazie a voi che ci avete accolte e supportato per quanto è stato possibile - ha detto suor Massimiliana -. Noi in realtà non siamo state trasferite ma dimesse dall’Ordine.

Tutto è partito dalla donazione che abbiamo fatto al Santo Padre. Per noi non abbiamo preso e non abbiamo intenzione di prendere nulla, siamo nate povere francescanamente e così vogliamo morire. In seguito a questa decisione è stato stabilito il nostro trasferimento. Ma avevamo tutto il diritto, canonico, di portare a termine questa donazione. I superiori ci hanno ripensato e non abbiamo la possibilità di ricorrere all’atto di dimissioni (poiché inappellabile visto che porta la firma del Santo Padre ndr.). Questa è la verità. Noi abbiamo fatto la nostra parte, ora pregate voi per il monastero».

La solidarietà

E nel Comune di Ravello è partita una gara di solidarietà per le due ex suore. Un’albergatrice, ad esempio, si è offerta di ospitarle nella propria struttura, ora chiusa per il riposo invernale. «Abbiamo bisogno di discernimento. Ci prendiamo qualche giorno, una settimana per riflettere. È stato un evento improvviso per noi». A 46 anni suor Massimiliana torna a Nola. Presso l’abitazione della sua famiglia ospiterà temporaneamente la consorella indiana, trovatasi anche lei senza più alcun riferimento. 


Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Febbraio 2023, 12:36
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