Suicida a 13 anni a scuola, compagni sotto choc: "La tragedia davanti a noi". Si indaga per istigazione al suicidio

Suicida a 13 anni a scuola, compagni sotto choc: "La tragedia davanti a noi". Si indaga per istigazione al suicidio
I volti segnati dalle lacrime, gli abbracci dei genitori, l'incredulità e lo sgomento. Sono sotto choc i compagni del 13enne che stamattina durante la ricreazione è morto lanciandosi dalla tromba dalle scale della scuola. Nel cortile dell'istituto Santa Maria di viale Manzoni, una scuola «bene» nel centro di Roma, non si parla d'altro. Molti non sanno ancora che il ragazzo non ce l'ha fatta. Una ragazza scoppia in lacrime all'improvviso davanti al cancello. Non lo conosceva, ma quel ragazzo l'ha visto volare giù.

Tra i primi a uscire da scuola tre liceali che raccontano: «Ha detto 'ciao a tutti' e poi si è lanciato», dicono sgomenti. «Siamo addolorati - aggiungono - conoscevamo lui e anche il fratello. Era un bravissimo ragazzo, non riusciamo a capire perché lo abbia fatto. Ci hanno detto - concludono - che ha utilizzato una sedia per superare la ringhiera e buttarsi dalla tromba delle scale».



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Quel ragazzo di terza media, una passione per il karate, nell'Istituto era conosciuto da molti, come suo fratello di poco più grande e che «ora è distrutto». Alcuni studenti spiegano che la tragedia è accaduta all'improvviso. È stata questione di attimi. Quel ragazzino sempre solare e allegro si è staccato dal gruppo che stava scendendo nel cortile della scuola ed è risalito su per la scala lanciandosi nel vuoto. «Alcuni compagni lo hanno visto volare giù», ha detto il papà di un alunno delle medie. «Stavano scendendo in cortile per l'intervallo ma lui è risalito, ha salutato e si è lanciato davanti a tutti - ha aggiunto - Mio figlio lo conosceva, era solare, un tipo tosto. Faceva karate e un mesetto fa erano stati in gita insieme. Quando succedono queste cose si pensa sempre al bullismo, ma in questo caso non penso sia così».

E appena si è saputa la notizia della morte di uno studente nell'istituto i genitori degli alunni si sono precipitati a scuola spaventati. «Si è sparsa la voce che era morto un ragazzino di 12/13 anni e ci siamo tutti precipitati qui - racconta un papà - Io ero a lavoro quando mi ha chiamato mia moglie. Non so come l'ha saputo, ma non siamo stati avvertiti dalla scuola. È una storia sconvolgente - conclude - Non capiamo cosa sia potuto succedere per spingerlo a lanciarsi giù. È inspiegabile. Veniva da una bella famiglia, i genitori sono funzionari statali, e tutti gli volevano bene». 

ISTIGAZIONE AL SUICIDIO La Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti per fare luce sul suicidio dello studente avvenuto in Via Tasso. Il pm Elena Neri procede per istigazione al suicidio e tale ipotesi è stata configurata, benché agli inquirenti siano già apparsi chiari i tormenti del ragazzo, per svolgere una serie di accertamenti a tutto campo.


 
 


HA DETTO "CIAO A TUTTI" E SI È BUTTATO  «Ha detto 'ciao a tutti' e poi si è lanciato». A raccontarlo alcuni liceali della scuola Santa Maria che conoscevano il 13enne morto stamattina a Roma. «Siamo addolorati - aggiungono - conoscevamo lui e anche il fratello. Era un bravissimo ragazzo, non riusciamo a capire perché lo abbia fatto. Ci hanno detto - concludono - che ha utilizzato una sedia per superare la ringhiera e buttarsi dalla tromba delle scale».

«Alcuni compagni lo hanno visto volare giù». A dirlo il papà di un compagno di scuola del 13enne morto stamattina all'istituto Santa Maria a Roma. «Stavano scendendo in cortile per l'intervallo ma lui è risalito, ha salutato si è lanciato davanti a tutti - ha aggiunto - Mio figlio lo conosceva, era solare, un tipo tosto. Faceva karate e un mesetto fa erano stati in gita insieme. Quando succedono queste cose si pensa sempre al bullismo, ma in questo caso non penso sia così».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Ottobre 2017, 11:13
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