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«Abbiamo intercettato delle conversazioni che riguardavano lo svolgimento dell'esame, la fase propedeutica e quindi la richiesta della Juventus di far svolgere l'esame affinché Suarez potesse completare l'iter per diventare cittadino italiano e quindi comunitario, avendo lui la moglie di origine italiana.
Però si sono accorti che Suarez a malapena comprendeva l'italiano e non lo parlava per niente - racconta Sarri - Quindi hanno fatto un corso ad hoc, incentrato sulle domande che gli avrebbero fatto, e gli hanno fatto imparare a memoria delle risposte in modo tale che durante l'esame riuscisse a dire qualcosa, stando attenti a non uscire dai binari con altre domande».
«Avevano, preventivamente, già stabilito già la votazione da attribuirgli: il livello B1, quello necessario introdotto da Salvini nei Decreti Sicurezza per richiedere la cittadinanza italiana. Il certificato, il verbale, era già tutto predisposto», ha aggiunto il tenente colonnello Sarri. «I vertici si preoccupavano di far uscire Suarez da vie secondarie per evitare che venisse intervistato dai giornalisti e tutti si accorgessero che non sapeva parlare italiano». Suarez «è un ragazzo sveglio, diciamo che ha beneficiato di condotte illecite poste in essere da altri», ha concluso. Infine, sul coinvolgimento della Juventus, spiega: «Ne ha manifestato l'esigenza. Non abbiamo evidenze particolari».
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Settembre 2020, 16:20
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