Ragazza stuprata a Catania, 11 chiamate al 112 in un'ora e il vocale all'amico: «Aiutami». Ma lui la ignora
di Simone Pierini
Salvini: «Castrazione chimica per i vermi violentatori di Catania»
Violentata da tre uomini, la riprendono con il cellulare e le mandano un video: «Lo rifacciamo?»
Diversi i messaggi vocali inviati all'amico. Il primo, riporta Repubblica, alle 23,12. La giovane implora aiuto: «Io sto male, aiuto me», in un italiano imperfetto ma facilmente comprensibile. Due minuti dopo spunta anche la voce di uno degli stupratori. «Compare, te la posso dire una cosa? A chidda ma isu iu», dice in siciliano in sottofondo. Passano altri tre minuti e arriva una nuova richiesta di aiuto: «Aiuto, aiuto, sono nell'auto». Ma l'amico continua a non capire. Poco dopo la mezzanotte la baby sitter americano riesce a inviare la posizione esatta. Si trova sul lungomare di Catania. A mezzanotte e dodici minuti lo stupro si sente in diretta in un altro messaggio: «Vieni qua», esclamano i ragazzi. «Non voglio», urla lei. «Sì che vuoi», la risposta. «No, basta. Non voglio, non voglio», ma loro non si fermano e dall'amico ancora nessuna reazione.
Poi l'ultimo sms, quando l'incubo della violenza è finito e ormai è tardi: «Ti odio davvero». La 19enne ha raccontato tutto ai Carabinieri: «Sono riuscita a mandargli cinque messaggi vocali mentre mi violentavano, l'ho chiamato due volte. Ma continuava a dire che non capiva».
il video dello stupro, ripreso con un telefonino da uno degli aguzzini, è stato acquisito dai magistrati del pool contro le violenze di genere della Procura di Catania. Per il Gip di Catania Simonetta Ragazzi i tre al momento della violenza sessuale erano «lucidi e consapevoli». Secondo il racconto della vittima, i giovani avrebbero fumato della marijuana che avrebbero offerto anche a lei, che ha rifiutato. Poi, nella sua ricostruzione, la brutale e bestiale aggressione: chiusa in auto abusata dai tre. «Mentre mi violentavano - ha raccontato la 19enne ai carabinieri ai cui si è rivolta su consiglio della famiglia che la ospita e della madre e della sorella sentite al telefono - io piangevo e ho chiesto loro di fermarsi in italiano, quindi erano in grado di capirmi. Hanno finito dopo un'ora».
Dei tre fermati da carabinieri solo Castrogiovanni si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. Gli altri, davanti al Gip, hanno sostenuto che lei «ci stava», sì «era un poco brilla» ma era «tranquilla». «Affermazioni a discolpa» che per il Gip, però sono «ampiamente smentite». Così come, aggiunge, appare «risibile e inverosimile» il non avere colto «le richieste di aiuto della ragazza». Contro di loro, oltre al video, la testimonianza di un barista con il quale i due si vantano e quella di un'altra barista che racconta di avere visto la ragazza 'scortata' in bagno da uno di loro, come ha ricostruito dalla vittima dopo l'aggressione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Marzo 2019, 17:26
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