Tre tsunami di età medievale riconosciuti a Stromboli #ingv #universitàdipisa #stromboli #tsunami #petrarca #mediterraneo https://t.co/5kaWRKyP2l pic.twitter.com/9tAkreHelj
— IlMezzogiorno.info (@Il_Mezzogiorno) 12 febbraio 2019

La ricerca è stata condotta in collaborazione con Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Università di Modena-Reggio Emilia e Urbino, Istituto di studi del Mediterraneo antico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), City University of New York, American Numismatic Society, Associazione Preistoria Attuale. A scatenare i tre tsunami era stato il crollo del fianco nord-occidentale del vulcano e il principale dei tre eventi era stato quello del 1343, quasi certamente riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli e Amalfi di cui era stato testimone Petrarca. Quest'ultimo allora si trovava a Napoli come ambasciatore di Papa Clemente VI e raccontava in una lettera di una misteriosa quanto violenta tempesta che il 25 novembre provocò moltissime vittime e l'affondamento di numerose navi.
Identificare di Stromboli come la sorgente di questi tsunami è stato possibile grazie alla collaborazione interdisciplinare fra vulcanologi e archeologi e portato avanti dai ricercatori Mauro Rosi e Marco Pistolesi, entrambi dell'Università di Pisa.
In seguito l'isola è stata totalmente abbandonata fino alla fine del Seicento, quando iniziò il suo ripopolamento moderno. Secondo la ricercatrice questo lavoro «rivela per la prima volta la capacità del vulcano di produrre eventi di dimensioni assai superiori a quelli fino a oggi noti». Della stessa opinione la vulcanologa Antonella Bertagnini, dell'Ingv di Pisa, secondo la quale la ricerca porta «alla luce, per la prima volta, la capacità del vulcano di produrre, anche in tempi relativamente recenti, tsunami di scala nettamente superiore e potenzialmente in grado di raggiungere aree costiere anche molto distanti».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Luglio 2019, 17:35
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