Strage di Erba, Olindo: «Io e Rosa in carcere ingiustamente. Non c'entriamo nulla. Il futuro? Con lei, fuori e liberi»

Condannato con la moglie per l'omicidio di Raffaella Castagna, del figlio Youssef, della madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, lo ha scritto in una lettera ilmessaggero.it × Hai raggiunto il limite di contenuti gratuiti del mese OFFERTA SPECIALE Leggi l'articolo e tutto il sito ilmessaggero.it 1 Anno a 9,99€ 89,99€ oppure 1€ al mese per 6 mesi L'abbonamento include: Accesso illimitato agli articoli su sito e app La newsletter del Buongiorno delle 7

Strage di Erba, Olindo: «Io e Rosa in carcere ingiustamente. Non c'entriamo nulla. Il futuro? Con lei, fuori e liberi»

di Redazione web

«Lo voglio ribadire ancora una volta: io e Rosa con la strage di Erba non c'entriamo niente». Olindo Romano, condannato con la moglie per l'omicidio di Raffaella Castagna, del figlio Youssef, della madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, lo ha scritto in una Lettera indirizzata a Marco Oliva, conduttore di Iceberg su Telelombardia. Olindo ha detto di sperare che la richiesta di revisione del processo «venga accolta». Il futuro «mi basta immaginarlo con Rosa fuori dal carcere, finalmente liberi» ha
concluso.

Morta in bici schiacciata dalla betoniera: la vittima era mamma di una bimba di 6 anni. Le telecamere hanno ripreso l'incidente

«Speriamo che finalmente i giudici possano fare chiarezza»


«Speriamo che finalmente i giudici possano fare chiarezza e spero anche la revisione venga accolta, io continuo a lavorare in cucina, sto bene pur sapendo di essere in carcere
ingiustamente.

Lo voglio ribadire ancora una volta - ha scritto Olindo -: io e Rosa con la strage di Erba non c'entriamo niente». L'uomo, condannato in via definitiva all'ergastolo, ha detto che conosceva Mario Frigerio, l'unico sopravvissuto della strage che lo ha indicato come l'autore.


«Continuo a dire che per me era una brava persona, per come sono andate le cose anche lui è stato raggirato. Inizialmente, come si legge dalle carte, non mi aveva riconosciuto, ma poi lo hanno portato in qualche modo a fare il mio nome. Non lo giudico
per questo, spero che i giudici della revisione ora possano valutare bene la sua testimonianza» ha aggiunto. E sulla sua confessione ha sottolineato che «è difficile spiegare come si possa confessare qualcosa che non hai commesso. A tutti dico che
bisognerebbe in quei momenti prima di giudicare».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Aprile 2023, 21:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA