Storie Italiane e il dramma di Elisabetta Giuliano e Roberta Siragusa, vittime di violenza: «Parlate, non restate in silenzio»

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne Eleonora Daniele racconta due storie di ragazze vittime di violenza

Storie Italiane e il dramma di Elisabetta Giuliano e Roberta Siragusa, vittime di violenza: «Parlate, non restate in silenzio»

Storie Italiane in occasione della giornata contro la violenza sulle donne racconta due storie di ragazze vittime di violenza: quella di una ragazza che purtroppo non ce l'ha fatta, Roberta Siragusa, e quella di Elisabetta Giuliano, viva per miracolo dopo essere stata brutalmente picchiata dall'ex fidanzato.

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Eleonora Daniele dà la parola alla mamma di Roberta che in collegamento da Caccamo sta prendendo parte a un evento voluto dalla città in questa giornata così importante. La mamma della 17enne uccisa dal fidanzato geloso che le ha dato fuoco dopo un'accesa lite un anno, fa esordisce dicendo che oggi avrebbero dovuto festeggiare altro con Roberta: «Era una ragazza speciale, amava molto vivere, amava uscire, ballare, cantare», la donna spiega che tra lei e la figlia c'era un legame molto speciale: «Era come un'amica, una sorella».

La donna ha annunciato di voler aprire un'associazione che combatta la violenza sulle donne che operi sulle scuole e che sensibilizzi i ragazzi nelle scuole: «Voglio farlo per lei, per dire che Roberta vive». La mamma spiega di non aver notato nulla di strano prima della morte della figlia, che Roberta era sempre la stessa e lei non poteva immaginare che celasse un dolore così grande e a tal riguardo la mamma spiega: «Si non ha detto nulla, ha voluto fare la guerriera».

Poi lancia un appello: «Quello che la mia testa dice è il silenzio. Se Roberta ci avesse fatto un minimo capire oggi sarebbe qui con me a festeggiare nulla. Il silenzio uccide, il mio appello è di parlare».

Un appello che commuove Elisabetta Giuliano, aggredita lo scorso 23 settembre dal suo ex mentre faceva rifornimento alla sua auto a una pompa di benzina. La giovane di Vibo Valentia è stata raggiunta dal suo aggressore e da un complice, poi picchiata brutalmente solo perché aveva osato lasciarlo e lui non accettava la fine della loro relazione.

«Il 26 settembre sono stata aggredita e mi sono salvata per miracolo. Mi hanno fratturato il naso, ho perso la vista, ho tutt'ora molti dolori, ma per fortuna sono viva», spiega visibilmente commossa e turbata. Oggi i suoi aggressori sono in carcere ma Elisabetta non nasconde la sua paura che possano tornare liberi. Ringrazia poi chi le è stato accanto in questo percorso: «Io sono stata molto aiutata, ringrazio i carabinieri, il sindaco di Vibo Valentia, mi hanno aiutato tanto e mi aiutano ancora adesso. Io ho molte difficoltà: la notte non dormo, ho attacchi di panico, vivo un incubo. Il mio messaggio è di non restare in silenzio, di denunciare e di cercare di porre fine a una persecuzione che può portare alla morte».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Novembre 2021, 13:18
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