Stefano Cucchi, la lettera del generale dei Carabinieri: «L'Arma parte civile contro i militari coinvolti»

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«Abbiamo la vostra stessa impazienza che sulla di morte di Suo fratello, Stefano Cucchi, si faccia piena luce», con queste parole il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri ha annunciato che l'Arma potrebbe costituirsi parte civile nel processo sul caso del ragazzo trovato morto dopo il 22 ottobre 2009 all'Ospedale Sandro Pertini di Roma. La lettera, pubblicata da "Repubblica" è indirizzata a Ilaria, la sorella del giovane arrestato e picchiato.

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La missiva era stata consegnata a Ilaria Cucchi lo scorso 11 marzo dal generale Roberto Riccardi, portavoce di Nistri, il quale aveva assicurato che l'Arma avrebbe chiesto alla presidenza del Consiglio «l’autorizzazione a costituirsi come parte civile nel processo ai suoi militari». L'intenzione è quella di procedere nei confronti degli autori del pestaggio e delle calunnie (cinque carabinieri ora nel processo in Corte d’Assise) e degli otto accusati di depistaggio.

«Il vostro lutto - si legge nella lettera - ci addolora da persone, da cittadini, nel mio caso mi consenta di aggiungere, da padre... Crediamo nella giustizia e riteniamo doveroso che ogni singola responsabilità nella tragica fine di un giovane sia chiarita, e lo sia nella sede opportuna, un'aula giudiziaria... Io per primo, e con me i tanti colleghi, oltre centomila, che ogni giorno rischiano la vita soffriamo nel pensare che la nostra uniforme sia indossata da chi commette atti con essa inconciliabili e nell'essere accostati a comportamenti che non ci appartengono. Con sinceri sentimenti».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Aprile 2019, 13:56
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