Sparatoria a Pescara, parla Pecorale: «Non sono un mostro». Ma è giallo sul perché

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Dopo i cinque colpi di pistola che hanno quasi ucciso lo chef del locale in cui era andato a mangiare, rompe il silenzio Federico Pecorale, le cui parole iniziano a filtrare dal carcere di Ancona in cui è recluso. Parlando col suo legale, l'avvocato Florenzo Coletti, Pecorale avrebbe detto: «Non sono un mostro. Mi hanno raccontato che questo dicono di me. Ma io non sono un mostro». Lo scrive il quotidiano Il Messaggero.

Pecorale chiederà di essere ascoltato dal giudice in un interrogatorio formale e l'istanza potrebbe essere depositata in Procura oggi stesso. Nell'indagine manca infatti la 'verità' di Federico, che dovrà spiegare perché da un pugno in faccia si passa a cinque colpi di pistola per un motivo a dir poco futile, gli arrosticini troppo insipidi. Sul come, ci sono pochi dubbi: tutto è stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza.

 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Aprile 2022, 10:42
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