La piccola Sofia, un anno, salvata dai medici a Natale. La lettera dei genitori: «Non c'è solo malasanità»

La piccola Sofia, un anno, salvata dai medici a Natale. La lettera dei genitori: «Non c'è solo malasanità»

di Domenico Zurlo

Spesso e volentieri, dagli ospedali del Sud - della Calabria in particolare - si leggono storie di malasanità, di pazienti curati tardi o male, di storie drammatiche e di famiglie devastate. Ma a volte, per fortuna, ci sono anche storie a lieto fine, come quella raccontata dai genitori della piccola Sofia, un anno compiuto da pochi giorni, che hanno scritto una lettera ai media locali proprio per raccontare quanto accaduto alla loro bambina.

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Sofia, un anno, salvata dai medici

Accade a Crotone, dove Sofia, nella notte tra il 20 e il 21 dicembre scorsi, arriva in pronto soccorso all’ospedale San Giovanni di Dio, in preda a crisi convulsive. Nel giro di pochi minuti, la bimba va in crisi respiratoria: sono momenti di panico per mamma Rossella e papà Carmine, non per i medici e i sanitari, che mantengono calma e sangue freddo e riescono a stabilizzare la piccola, che viene trasferita a Cosenza in terapia intensiva neonatale e dopo un paio di giorni si sveglia, per la gioia della famiglia.

Papà e mamma di Sofia, a distanza di qualche giorno, hanno perciò deciso di scrivere una lettera di ringraziamento per il personale sanitario dell’ospedale, per aver dato
«una seconda possibilità alla nostra piccola».

Ringraziamento per i medici, per gli infermieri, ma anche per i carabinieri e per la Polizia Stradale che hanno dato una mano in momenti di grande preoccupazione. «Purtroppo spesso e volentieri si parla di cattiva sanità, ma noi al contrario abbiamo constatato la presenza di personale competente a cui però andrebbe dato modo di lavorare in serenità, anche nei momenti più critici e delicati».

Quelli vissuti in quella notte drammatica, scrivono i genitori della bambina, sono stati
«momenti frenetici, in cui nei nostri occhi e nelle nostre menti è passato di tutto. Approfittiamo per fare un appello alle istituzioni - concludono i due coniugi - affinché ci sia sempre più una doverosa e maggiore attenzione alle condizioni in cui questi professionisti sono chiamati a svolgere un lavoro durissimo». Per una volta insomma, niente tragedie, accuse, inchieste o processi: la bambina, pochi giorni dopo Natale, è potuta tornare a casa e riabbracciare i familiari, tra cui il fratellino maggiore. Un lieto fine di quelli che vorremmo leggere sempre.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 23:11
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