Allarme chat, un ragazzo su tre scambia materiale porno e razzista

Allarme chat, un ragazzo su tre scambia materiale porno e razzista

di Michela Poi
Sangue. Violenza. Pornografia. Perfino pedofilia. Un mondo oscuro e misterioso che passa attraverso chat e gruppi di messaggistica istantanea. Il contenuto degli smartphone dei ragazzi di oggi fa paura. E di fronte a tutto ciò, spesso i genitori preferiscono chiudere entrambi gli occhi. L’allarme è stato lanciato da Skuola.net dopo un evento che ha sconvolto l’opinione pubblica: il caso “Shoah Party”, una chat segreta dove ragazzi dai 13 ai 19 anni si scambiavano materiale da film dell’orrore. 

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Su 4mila giovani tra gli 11 e i 25 anni intervistati, un terzo dei ragazzi ha detto di nascondere foto e video che potrebbero metterli seriamente nei guai nella propria “galleria”. Si va dal materiale pornografico (65%) alle immagini di violenza (11%), dagli inni al nazismo/fascismo (8%) agli inviti a challenge o comportamenti pericolosi (7%), fino al bullismo (5%) e al razzismo (4%). Il tutto veicolato soprattutto tramite Whatsapp. I motivi per i quali i giovanissimi si sentono legittimati a scambiarsi dei materiali così controversi? Oltre la metà è convinto che sia divertente scherzarci sopra e sottovaluta i rischi del proprio comportamento. Un 25% confessa di essere seriamente interessato all’argomento delle discussioni. Il 13% lo ha fatto semplicemente per noia, il 7% ha seguito passivamente il gruppo. 
Gruppi, questi ultimi, in cui in più della metà dei casi (54%) si è entrati sotto invito di amici, o perlomeno di conoscenti (26%), mentre l’11% dei ragazzi è stato aggiunto da sconosciuti e addirittura 1 ragazzo su 10 afferma di esserne l’amministratore. 

Questo tipo di conversazioni avvengono soprattutto in chat molto ristrette, quasi “blindate” (68%), forse perché il 70% sa perfettamente di muoversi al confine della legalità. Tuttavia non mancano - in misura minore - anche in gruppi più numerosi (18%) e nel 14% addirittura quelli che comprendono persone sconosciute.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Ottobre 2019, 13:01
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