Berlusconi: «Mesi difficili contro un male insidioso e tremendo. Commosso dalla solidarietà e dall'affetto degli italiani»

Berlusconi: «Mesi difficili contro un male insidioso e tremendo. Commosso dall'affetto degli italiani»

«L'attenzione e la partecipazione che ho avvertito intorno a me in questi mesi difficili»: è quanto sottolinea Silvio Berlusconi in un'intervista esclusiva al quotidiano “il Giornale”. «La solidarietà e l'affetto che mi sono stati espressi da tanti italiani mi hanno non soltanto commosso, ma mi hanno dato la forza di affrontare una strada difficile: quella con le conseguenze e le complicanze di un male insidioso e tremendo, lo stesso che ha seminato tanti lutti e tanto dolore in Italia e nel mondo», dice il leader di Forza Italia, che rivolge «un grazie particolare» ad Antonio Tajani e a tutti coloro che con lui «stanno mandando avanti Forza Italia nel modo migliore, con lealtà e dedizione, consultandosi continuamente con me».

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«La svolta c'è stata, sia sul piano sanitario - e finalmente se ne vedono i primi effetti - sia su quello economico, ma purtroppo la ripresa sarà lunga e difficile. Tuttavia finalmente possiamo vedere un pò di luce in fondo al tunnel». Lo dice sempre Silvio Berlusconi al quotidiano milanese. Nella lotta al covid c'è stato «un cambio di passo del quale sicuramente ha merito il governo di unità nazionale che io per primo ho chiesto ei invocato e che senza di noi non si sarebbe mai potuto realizzare. Il Paese - aggiunge Berlusconi - aveva bisogno di una soluzione di emergenza di fronte a una crisi senza precedenti».

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In tema di gestione dell'immigrazione «certamente i buoni rapporti stabiliti da Draghi negli anni in Europa gli saranno d'aiuto. Vedete, i rapporti internazionali sono fatti anche di credibilità e di fiducia personale. È quello che io ho fatto per molti anni, cercando di stabilire i migliori rapporti possibili con un grande numero di leader europei e mondiali. Sono rapporti che durano anche oggi e che non ho esitato ad utilizzare per convincere le cancellerie europee ad assumere un atteggiamento generoso e solidale verso l'Italia quando si è trattato di decidere per esempio sul Recovery Plan, il più grande piano di aiuti al nostro Paese dai tempi del Piano Marshall. Sono convinto che anche in materia di immigrazione Draghi saprà usare il metodo Berlusconi: non contrapposizioni muscolari ma, al contrario, rapporti costruttivi sia con i leader europei che con i governi della sponda Sud del Mediterraneo». Lo sottolinea Silvio Berlusconi in un'intervista esclusiva al 'Giornalè. «Facendo così noi -ricorda il leader di Forza Italia- eravamo riusciti a ridurre praticamente a zero il flusso di migranti clandestini dall'Africa nel 2010 e 2011».

«Da liberale» Silvio Berlusconi pensa che il ddl Zan sia «un grave errore, perché non allarga la platea dei diritti e pone una grave questione di libertà.

Io sono ovviamente per l'assoluta parità fra tutti i cittadini, che sono portatori di diritti in quanto persone. Ogni distinzione basata sugli stili di vita, sul sesso, sull'orientamento sessuale, sulle opinioni, sull'etnia di appartenenza, sulle convinzioni religiose, sulle disabilità, sulla classe sociale è assolutamente inaccettabile. Per questo le tutele devono riguardare tutti i cittadini, non determinate categorie in particolare. Ma le leggi a questo proposito esistono già e se non bastano possiamo aggravarle e inasprirle. La legge Zan non aggiunge nulla a questa tutela e porta invece con sé un grave rischio: quello di limitare la libertà di opinione. La difesa della famiglia tradizionale proposta come valore, o l'opposizione a pratiche come la maternità surrogata, potrebbero essere definite come atti di discriminazione e quindi diventare perseguibili. Come minimo, si lascia una discrezionalità interpretativa che sarà fonte di un contenzioso infinito e pericoloso. Per questo - aggiunge Berlusconi sempre al "Giornale" - non la possiamo certamente votare. La nostra senatrice Ronzulli ha presentato un'altra proposta di legge, che affronta il tema della tutela dalle discriminazioni in uno spirito liberale. Quella è la strada da seguire»

 «Nei giorni scorsi abbiamo presentato un grande progetto di riforma fiscale, perché se l'Italia esce dall'emergenza sanitaria grazie ai vaccini, non esce dall'emergenza economica se non ripartono l'occupazione e i consumi e se le aziende non tornano a fare utili. Tutto questo non accadrà mai se il 60% della ricchezza prodotta viene incamerato dallo Stato con le tasse. Siamo consapevoli del fatto che con questo governo non potremo realizzare per intero la riforma fiscale che noi vorremmo, con la flat tax ad un'aliquota molto bassa. Però rilanceremo con forza la battaglia sulle tasse anche raccogliendo le firme nei gazebo in tutt' Italia per la nostra proposta di riforma fiscale». Lo sottolinea Silvio Berlusconi in un'intervista esclusiva al quotidiano 'il Giornalè. «È una proposta -spiega il leader di Forza Italia- che tiene conto delle condizioni di fattibilità immediata, nel quadro politico di oggi, non è il nostro obbiettivo finale. Parte dal presupposto che prima di pensare a come ridistribuire la ricchezza, bisogna crearla. Dunque dobbiamo lasciare più denaro possibile nelle tasche di cittadini e imprese. Per questo proponiamo una no tax area fino a 12.000 euro di reddito, una tassazione al 15% fino a 25.000 euro, al 23% fino a 65.000 e al 33% oltre i 65.000. In concreto, per fare degli esempi, chi guadagna 15.000 euro l'anno avrà a disposizione ogni mese 100 euro in più, chi ne guadagna 30.000 avrà ogni mese 235 euro in più, chi ne guadagna 45.000 avrà ogni mese 422 euro in più. Chiediamo inoltre un vero anno bianco fiscale, bloccando le cartelle esattoriali fino alla fine del 2021 e una chiusura realistica del contenzioso pregresso, senza svenare i cittadini in difficoltà. Infine rimangono nei nostri programmi l'abolizione totale dell'Irap e l'estensione della cedolare secca sugli immobili».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 Giugno 2021, 09:05
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