Silvia Romano, l'interrogatorio: «Mai legata e non mi sono sposata, mi hanno promesso che non sarei stata uccisa»

Silvia Romano, l'interrogatorio: «Mai legata e non mi sono sposata, mi hanno promesso che non sarei stata uccisa»

di Simone Pierini
«Mai visto i rapitori in faccia, cambiavo covo ogni 2-3 mesi. Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa e così è stato». Sono le prime frasi emerse dall'interrogatorio di Silvia Romano alla Procura di Roma. «Sono serena. Durante il sequestro sono stata trattata sempre bene». ha riferito la cooperante italiana liberata ieri e sbarcata oggi a Ciampino agli inquirenti che questo pomeriggio l'hanno ascoltata in una caserma a Roma«In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri», ha aggiunto. «Non sono mai stata legata durante tutto il sequestro, ci siamo mossi sempre in moto, a piedi o con altri mezzi», ha precisato durante l'interrogatorio.

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L'AUDIZIONE A ROMA

A svolgere l'audizione, durata circa 4 ore, il pm della Procura di Roma, titolare del fascicolo aperto a piazzale Clodio per sequestro di persona per finalità di terrorismo, con gli ufficiali dell'antiterrorismo del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri. «Sono stata rapita da un'organizzazione militare islamica, ho impiegato quattro settimane per arrivare in Somalia», ha detto ancora Silvia Romano

NESSUN MATRIMONIO 

«Non c'è stato alcun matrimonio né relazione, solo rispetto». Ha detto Silvia Romano durante l'audizione davanti ai pm di Roma e il Ros. «Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all'interno di appartamenti nei villaggi  - ha ricordato Romano - Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all'interno dei covi, che erano comunque sorvegliati. Mi chiudevano in stanze di abitazioni, sono sempre stata da sola, non ho visto altre donne».

LA CONVERSIONE

«È successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata». Così Silvia Romano ha raccontato agli inquirenti la sua conversione all'Islam che ha definito «spontanea e non forzata». «In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un pò di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi». Così Silvia Romano ha parlato della sua conversione all'Islam durante l'audizione con i pm della Procura di Roma. 

IL RAPIMENTO

«Sono stata rapita da un'organizzazione militare islamica, ho impiegato quattro settimane per arrivare in Somalia». La cooperante che collaborava con la onlus marchigiana 'Africa Milele' era stata rapita più di un anno e mezzo fa, il 20 novembre 2018, da un commando di uomini armati nel villaggio di Chakama, a circa 80 chilometri a ovest di Malindi, in Kenya, mentre seguiva un progetto di sostegno all'infanzia. Ieri la liberazione. Gli Shabaab, che vogliono instaurare la sharia in Somalia, da anni sono relegati nelle zone rurali del sud del paese e conducono la loro campagna attraverso attentati, per destabilizzare le fragili istituzioni. Così un ostaggio straniero rappresenta una preziosa merce di scambio per finanziarsi. 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 11 Maggio 2020, 09:57
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