Siccità, l'ordinanza dei sindaci: «Fate la doccia, non il bagno in vasca»

Il documento condiviso dai Comuni di Breda di Piave, Carbonera, Maserada sul Piave, Ponzano Veneto, Silea e Villorba

Allarme siccità, l'ordinanza dei sindaci: «Fate la doccia, non il bagno in vasca»

di Redazione web

Meglio la doccia. La vasca piena è uno sfregio alla mancanza d'acqua. Non è un divieto, ma un invito formale sì, quello che sei Comuni della provincia di Treviso hanno rivolto alla cittadini con una ordinanza che mira a limitare i problemi dovuti alla siccità. Oltre al classico «chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti», arriva così l'avvertimento agli amanti del bagno lungo: «prediligere la doccia anziché il bagno in vasca» è scritto nel documento condiviso dai Comuni di Breda di Piave, Carbonera, Maserada sul Piave, Ponzano Veneto, Silea e Villorba. Le piogge finora, anche in Veneto, sono state scarse, e le previsioni per l'estate non sono buone.

L'ordinanza in vigore nel Trevigiano

L'ordinanza, già in vigore, prevede limitazioni all'impiego di acqua potabile e da pozzo artesiano con multe salate per chi spreca. Tra i divieti - riferisce la stampa locale -, quello di riempire fontane e piscine di casa (tranne le gonfiabili per i bambini), e lavare l'auto in cortile. Per chi sgarra ci sono multe fino fino a 500 euro. Piccola deroga per l'orticello di casa. Quello, con parsimonia, si può innaffiare.

 

Emergenza idrica, le regole da seguire

Il provvedimento fa riferimento all'emergenza idrica, per la quale la Regione del Veneto aveva già emanato una propria direttiva, ma anche al recente Decreto Legge per contrastare la scarsità idrica e potenziare l'adeguamento delle infrastrutture idriche, in base al quale è stata istituita una apposita Cabina di regia nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri, con la nomina a breve di un commissario straordinario.

L'acqua che fuoriesce dai rubinetti - recita l'ordinanza dei sei Comuni - va dunque usata esclusivamente per gli usi alimentari e igienico-sanitari. Non va utilizzata assolutamente per il lavaggio di cortili e piazzali, di automobili, per il riempimento di vasche, fontane e per l'irrigazione di prati e giardini privati. Ô vietato l'uso anche dell'acqua di pozzo artesiano, per la quale banno montati rubinetti, per impedire che vada a getto continuo. Viene invece consentito l'uso dell'acqua per i servizi pubblici di igiene urbana, per il verde pubblico, per i campi da gioco, per l'utilizzo zootecnico o produttivo; 'salvì anche le piantine negli orti familiari e i piccoli vasi di fiori.

«Abbiamo deciso di operare in modo congiunto - hanno riferito i sei sindaci - di creare un'area il più possibile estesa per far capire quanto sia determinante un impegno condiviso per contrastare un fenomeno determinato sia dai cambiamenti climatici sia dal poco rispetto per un bene prezioso come l'acqua». Per le violazioni più gravi sono previste multe fra 25 e 500 euro. Riprendendo la recente campagna di comunicazione della Regione Veneto, l'ordinanza contiene gli 'invitì senza sanzioni, come quello di montare nei rubinetti i dispositivi frangigetto, che possono consentire un risparmio idrico fino al 50%; oppure non utilizzare acqua corrente per il lavaggio ma solo per il risciacquo di piatti o verdure; infine, usare con parsimonia l'acqua per lavarsi i denti o radere la barba e, infine, prediligere la doccia al bagno.


Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Aprile 2023, 18:20
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