Si apparta in auto con un marocchino, presa a schiaffi e costretta a fare sesso

Si apparta in auto con un marocchino, presa a schiaffi e costretta a fare sesso

di Federica Serfilippi
 L’avrebbe schiaffeggiata, tirata per i capelli e costretta a subire un rapporto sessuale contro la sua volontà. Sono queste le accuse che la procura muove nei confronti di un marocchino di 26 anni, rinviato a giudizio ieri mattina dal gup Francesca De Palma. Lo straniero, residente a Osimo e operante nel settore della ristorazione, dovrà affrontare il 4 dicembre 2019 la prima udienza del processo che lo vede imputato per violenza sessuale. Vittima sarebbe stata una ragazza poco più giovane di lui, abusata nella notte tra il primo e il 2 ottobre del 2015 in una piazzola non tanto distante dal pub Mc Neil di Osimo.
  
Durante l’udienza preliminare la ragazza non si è costituita parte civile. Potrà farlo, se lo riterrà opportuno, durante il dibattimento. Stando a quanto raccolto dagli investigatori all’epoca delle indagini, il 26enne e la vittima avevano un rapporto di conoscenza dettato dalla frequentazione dello stesso gruppo di amici. I due, la notte dell’episodio contestato dalla procura, non erano infatti usciti da soli ma proprio in compagnia della loro combriccola. A un certo punto della serata, stando a quanto ricostruito dall’inchiesta, l’imputato e la ragazza si erano allontanati a bordo dell’auto di lei, fermandosi in una piazzola nei pressi di via Montefanese.
Qui, sarebbe scattato l’approccio del marocchino, trasformatosi – dice la magistratura dorica – in violenza sessuale. Per l’accusa, il 26enne avrebbe costretto la vittima a scendere dal sedile anteriore (lei era al posto del conducente) a suon di schiaffi, intimandole di salire nelle parte posteriore dell’auto.
Tra tirate di capelli e altre violenze, lui avrebbe abusato della ragazza, arrivando a un rapporto sessuale completo. La parte lesa, nonostante la lotta continua per scappare ai soprusi, non avrebbe potuto nulla contro la forza e la violenza del molestatore. La denuncia era scattata qualche giorno dopo. Il 26enne, ieri presente in tribunale, non è mai stato arrestato.
Attualmente risulta libero e senza alcuna misura cautelare in atto. La difesa, rappresentata dall’avvocato maceratese Domenico Biasco, ha ritenuto opportuno giocare la carta del dibattimento e non optare invece dell’abbreviato, rito alternativo che garantirebbe lo sconto di pena, in quanto «alcuni contorni della vicenda appaiono essere ancora poco chiari». Di qui, la necessità di valutare tutti gli elementi probatori davanti a un collegio di giudici.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Febbraio 2019, 11:44
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