Sergio Zanotti, chi è l'imprenditore rilasciato in Siria

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Sergio Zanotti era diventato noto nel novembre del 2016 quando venne diffuso un video di 16 secondi. «Mi chiamo Sergio Zanotti, e da sette mesi sono prigioniero qui in Siria. Prego il governo italiano di intervenire prima di una mia eventuale esecuzione». Chi parla ha l'accento bresciano, la barba lunga ed è vestito con la tipica dishdasha, la vestaglia araba color bianco. E' in ginocchio, e dietro di lui ha un uomo armato di mitra con il volto coperto. Tiene in mano un foglio bianco con la data scritta a penna: 15 novembre 2016. Secondo il sito di notizie russo Newsfront, che lo mandò in rete il 22 novembre di quell'anno, l'uomo era ostaggio di uno dei gruppi armati coinvolti nel conflitto civile in Siria.
 

 
ma chi è Sergio Zanotti ha 58 anni, è nato a Merone, in provincia di Brescia, è divorziato due volte, da una donna francese e da una domenicana, ha cinque figli, è un montatore meccanico e, in passato, ha avuto un'impresa edile che gli è costata una condanna per evasione fiscale e anche un periodo di detenzione. Per il resto, cosa ci facesse in Siria, chi siano gli autori del rapimento e cosa vogliano in cambio della sua liberazione, non è mai stato chiaro. Le fonti investigative romane  lo definironoo un sequestro «anomalo», soprattutto perché risulta mai arrivata una richiesta di riscatto. E molti investigatori escludevano che l'uomo fosse finito nelle mani di terroristi dell'Isis.

A denunciare la scomparsa fu una delle ex mogli, quando si rese conto che non rientrava da un viaggio in Turchia. E proprio in quel paese tra gli espatriati siriani oppositori del regime di Damasco circolò l'ipotesi che gli autori del rapimento siano criminali comuni. Anche se il pm romano Sergio Colaiocco ipotizzò anche  reato di sequestro di persona a fini di terrorismo.


 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Aprile 2019, 20:15
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