Selvaggia Lucarelli attacca Sorbillo e lui: «Ti dedico una pizza»

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di Rossella Grasso
Selvaggia Lucarelli, giornalista, scrittrice e opinionista, nota attaccabrighe della tv, non si lascia sfuggire un suo commento alla vicenda della bomba alla pizzeria Sorbillo. Sul Fatto e sui suoi social ricostruisce la vicenda che per lei sarebbe lacunosa in alcuni punti. «Ho scoperto che non tutto torna - scrive - dalle sue bugie sul precedente incendio che non era affatto doloso come racconta a una serie di passaggi nella narrazione di un uomo vittima della camorra, ma anche del suo egocentrismo». A distanza di poche ore Gino Sorbillo le risponde da Facebook, scardinando punto per punto i suoi dubbi. E allega anche la foto di un suo speciale omaggio: la pizza «Selvaggia Lucarelli». 
 

Come prima cosa Lucarelli parla della «questione “bomba”». L'opinionista sottolinea che si sia trattato di una bomba carta, «qualcosa di un po’ più grosso e potente di un petardo», poca cosa che ha arrecato danni minimi e che per l'opinionista Sorbillo avrebbe ingigantito per aumentare l'attenzione intorno alla vicenda e farsi pubblicità. «Tant’è che i danni sono stati molto contenuti. Il locale non è stato né distrutto né devastato», scrive.  E aggiunge: «Il cartello “chiuso per bomba, riapriremo presto” esibito in foto da Sorbillo poi, è quantomeno ambiguo. Il locale era Già chiuso da giorni per ristrutturazione, quindi non è vero che la causa della chiusura, quel 16 gennaio, sia stata la bomba. E non si capisce perché lanciare questo messaggio, visto che avrebbe riaperto presto e a fine lavori, come poi è stato». Sorbillo che inizia il post con un cortese «Ciao, Selvaggia», le risponde di tutto punto: «La mia pizzeria mostrava ben visibile all'esterno un cartello che indicava la chiusura di una settimana. Tale cartello è rimasto danneggiato nell'esplosione (ne allego una foto) assieme alla tenda e ad alcuni collegamenti elettrici che si son dovuti ripristinare. Ho dovuto far saldare la porta in ferro, deformata assieme ai solidi pannelli di protezione, per poi farla pitturare da un fabbro. In piena notte, colto dallo stupore e dallo spavento, avrei forse dovuto scrivere: Eravamo già chiusi e adesso, dopo un ordigno esplosivo riapriremo appena sistemeremo tutto?».
 

Lucarelli incalza sulla questione che per lei è la più antipatica: l'esplosione che 5 anni fa aveva già colpito la pizzeria di Sorbillo. Il pizzaiolo ha infatti parlato di una seconda intimidazione da parte della camorra. «Ma andando a cercare notizie sull’incendio avvenuto nell’aprile del 2012 che effettivamente danneggiò i locali della pizzeria, la verità sembra un’altra - scrive Lucarelli - e cioè che si sia trattato di un semplice corto circuito. Sia la polizia scientifica che i vigili del fuoco arrivarono alla medesima conclusione: incendio non doloso». A questo Sorbillo risponde: «Non ho rilasciato versioni contrastanti nelle interviste, come tu hai sostenuto. I giornalisti mi paventavano varie ipotesi (puoi immaginarlo) e ovviamente rispondevo che tutto poteva essere, anche se io che vivo quel difficile quartiere da bambino, avevo alcune mie considerazioni di cui ne ho parlato con gli inquirenti, così come ne ho sull’incendio di alcuni anni fa che sempre dall’ingresso della pizzeria si propagò a tutta la sala del piano terra». Il pizzaiolo racconta i danni ricevuti e la solidarietà manifestata dai numerosi negozianti dei dintorni accorsi subito dopo l'esplosione. «Sostieni che i danni non sono stati ingenti - io non ho mai detto che erano ingenti, credo di ricordarlo bene - ma puoi almeno immaginare che vi siano danni morali e personali molto più importanti e devastanti?», scrive.
 

Più avanti nel post accusa Sorbillo di aver rilanciato la vicenda sui social per farsi promozione e punta il dito sull'incontro tra il pizzaiolo e il ministro Salvini all'aeroporto di Capodichino. «Cioè, non è Salvini che va nella sua pizzeria a portare solidarietà, ma è Sorbillo che va da lui. Il tutto con fotografo che immortala la scena mentre Salvini vestito da poliziotto stringe la mano a Sorbillo col camice da pizzaiolo, come se Sorbillo girasse per strada sempre così, certo, del resto mica è un manager, è un pizzaiolo. E l’altro mica è un ministro, è un semplice poliziotto. Un’immagine che racconta la perfetta, simile strategia di due uomini di comunicazione». E ricorda come qualche anno fa il pizzaiolo si fece ritrarre davanti a un cartello con su scritto: «Dopo gli insulti ai napoletani, in questo locale non sono graditi i leghisti». Sorbillo risponde a tono: «Il Ministro degli Interni mi ha chiesto un incontro alla presenza del Prefetto di Napoli. Dovevo chiedere il permesso a qualcuno, visto che l’episodio grave era capitato a me? Forse sarà stato questo che ti ha portato a scrivere l'articolo accusatorio e a replicarlo in un post ? Sappi che domenica 20 gennaio, alle 20:30, avrei dovuto ricevere in pizzeria Luigi Di Maio, e mi sono sentito anche con Maurizio Martina che mi esprimeva solidarietà come Matteo Salvini. È un problema?».

La Lucarelli conclude il lungo post scrivendo che Sorbillo «sarà di sicuro vittima della camorra ma anche di un egocentrismo che rischia di offuscare- ed è un peccato- il messaggio positivo che il suo successo e la sua promozione della legalità lanciano in tutto il mondo». Sorbillo dalla sua pagina la ringrazia e replica «Selvaggia cara, non ho bisogno di fare certe cose per “pubblicizzarmi”, per fortuna godo della stima delle persone libere come me e come te». E ancora, «Ho tanti buoni propositi nel cuore, sono un Uomo, e vivo in una città che tanto amo, anche se talvolta è scenario di eventi difficili e sconcertanti». E le dedica la pizza «Selvaggia Lucarelli».
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Gennaio 2019, 19:36
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