Studenti vaccinati a scuola senza mascherina? L'idea del ministro Bianchi divide gli esperti: «Sbagliato e pericoloso»

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Da qualche giorno, in vista della riapertura delle scuole, si parla di studenti senza mascherina in classe nel caso siano tutti vaccinati: una proposta venuta direttamente dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, che però non vede d'accordo tutte le istituzioni, specie tra gli esperti in campo sanitario in prima linea contro la pandemia di Covid-19. L'indicazione, ha detto ieri Bianchi, «è contenuta nel decreto legge del 6 agosto sulle misure urgenti per il rientro in classe: ci sono indicazioni in tal senso e noi ci stiamo lavorando».

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La possibilità di togliere la mascherina, ha aggiunto «è un segnale forte di ritorno alla normalità». E anche oggi, parlando oggi in commissione Istruzione alla Camera, Bianchi ha ricordato che la possibilità è stata prevista nel decreto legge del 6 agosto scorso sulle misure urgenti per il rientro a scuola, «stiamo ragionando sulle linee guida, quando sarà l'ora accompagneremo il preside nella gestione di queste situazioni, nessun dirigente scolastico sarà abbandonato». 

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«Io credo la via siano i test salivari, devono essere estesi oltre le 'scuole sentinellà ma non intervengo: è materia del commissario Figliuolo, lo ringrazio sempre e non mi permetto di intervenire», ha aggiunto Bianchi alla Camera. «Se c'è necessità di quarantena riguarda il singolo istituto, non è più possibile estendere questa condizione a tutta la regione o al comune. Isoleremo il cluster, ne vedremo la gravità, lo limiteremo; sulle quarantene sentiamo il parare del Cts e delle autorità sanitarie ma la scuola deve rimanere aperta questa è la mia posizione evitando situazioni di contagio diffuso». 

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Da Ricciardi a Miozzo, chi è in disaccordo

Ma in parecchi non sono d'accordo con il ministro Bianchi, in primis Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute: la mascherina a scuola andrà tenuta ancora, ha detto Ricciardi a Morning News su Canale 5, «perché anche i vaccinati, in misura molto minore e senza conseguenze gravi, possono comunque trasmettere l'infezione. È opportuno che all'interno degli ambienti affollati vengano rispettati i parametri della distanza e delle mascherine per salvaguardare la possibilità di fare scuola in presenza».

Ricciardi ha sottolineato come i «test salivari e quelli antigenici rapidi sono ottimi per screening prioritari, ma non hanno una sensibilità del 100%, perché ci sono ancora falsi negativi - precisa - Per gli screening nelle scuole su grandi numeri vanno bene, ma per gli accertamenti diagnostici servono i tamponi molecolari. I test salivari non sono strategia di accertamento diagnostico, ma uno strumento importante». 

Si dice invece spiazzato l'ex capo del Cts Agostino Miozzo. «Sono disorientato da questo annuncio che risente certamente dell'ottimismo della volontà ma non del sano pessimismo della ragione - afferma Miozzo in un'intervista al Corriere della Sera - La ragione ci dice che la situazione attuale non ci consente la normalità pre-Covid». Per l'ex numero uno del Comitato tecnico scientifico, ora consulente proprio del ministro dell'Istruzione, «non siamo ancora fuori dal rischio con le nuove varianti che hanno effetti molto più forti del virus dell'inizio della pandemia». L'ipotesi di tornare a guardarsi tra compagni di banco senza mascherina «la prendo come un auspicio, come la speranza che, se anche i giovani si vaccineranno, presto si tornerà alla normalità», prosegue Miozzo che conclude: «Abbassare la guardia ora, all'ultimo miglio, è sbagliato e pericoloso».

Non è ottimista neanche Massimo Galli, professore ordinario di malattie infettive alla Statale di Milano e primario di infettivologia durante la trasmissione Agorà, su Raitre. «Nella fascia d'età degli studenti c'è il grosso dei non vaccinati e bisogna anche considerare che la variante Delta ha un 50% in più capacità di diffusione rispetto alla variante inglese», dice Galli, che non entra nel merito del dibattito sulle mascherine ma predica prudenza sul ritorno di tutti a scuola in presenza.

Sulla riapertura, dice Galli, «sono allarmato ma non allarmista».

Bianchi: il 13 settembre tutti in presenza

«Sono oltre 857 mila i docenti; oltre un milione di persone lavora nella nostra scuola. L'impegno che ci eravamo presi era di ripartire avendo tutti i docenti al loro posto. Questo impegno per la prima volta sarà realizzato», ha detto Bianchi sulle iniziative per l'avvio dell'anno scolastico in commissione Istruzione alla Camera. «Partiremo il 13 settembre - ha sottolineato il ministro - avendo tutti i docenti al loro posto rispetto alle 112 mila cattedre vuote e vacanti: avremo 58.735 mila posizioni a ruolo già assegnate, di cui 14194 sul sostegno; non abbiamo atteso, e altri 113.544 mila incarichi annuali sono stati assegnati, di cui 59.813 sul sostegno. Inoltre oltre 59 mila posti sono assegnati per il sostegno. Un lavoro titanico, collettivo. Ci saranno solo le assegnazioni di brevissimo periodo che faranno i presidi». Lo scorso anno le assunzioni erano state 19.995 in totale di cui 1.778 sul sostegno.

«La prima cosa da fare è la riforma degli Its, segue poi la riforma della filiera professionale e tecnica: con i ministri Orlando e Speranza stiamo ragionando su percorsi di inserimento lavorativo nella piena tutela dei ragazzi ma anche degli imprenditori. La terza azione da fare è l'orientamento che deve essere un accompagnamento dei ragazzi alle scelte della loro vita. Serve poi la riforma del reclutamento e la formazione continua di tutto il personale, ovvero la formazione dei docenti e del personale, compresi i dirigenti: la scuola è una organizzazione complessa. Bisogna andare ad un nuovo contratto di tutto il personale, è scaduto, bisogna dargli più valore, anche per un problema di rispetto sociale dei docenti che negli anni si è offuscato».

«Serve anche la riforma del dimensionamento degli istituti, è un tema che riguarda la numerosità: le classi pollaio sono 2,9% del totale, concentrato negli istituti tecnici professionali delle grandi periferie urbane. È lì che dobbiamo agire e stiamo agendo, con azioni mirate, basta interventi a pioggia», ha proseguito Bianchi. «Infine c'è una settima riforma, è quella della didattica: io non sono convinto che l'unità classe sia l'unico modo per insegnare, bisogna trovare modalità riferite alle effettive competenze dei ragazzi e che riguardino la socializzazione; nell'autonomia scolastica, spingeremo perché le sperimentazioni diventino patrimonio generale di tutti». «Nei prossimi mesi avremo un immane compito: l'opportunità di poter fare della scuola il centro pulsante del paese. Questo ci impegna tutti. Insieme dovremo condividere il cammino che non possiamo sottovalutare ne disperdere», ha concluso il ministro.

Piattaforma per controllo green pass dal 13/9

«Cinque miliardi e 100 sono stati investiti sulla digitalizzazione, altri 2 miliardi sulla riapertura. La scuola ha reagito più di ogni altro settore alle vaccinazioni, oltre il 92 per cento del personale si è vaccinato e c'è una quota elevata che non può vaccinarsi, abbiamo una età media elevata del personale che lavora nella scuola. Volgo un ringraziamento al garante della Privacy: grazie al lavoro che stiamo facendo insieme e che riguarda il controllo del green pass sarà possibile, dal 13 settembre, avere sui pc dei presidi, grazie ad una piattaforma, la lista del personale presente negli istituti col bollino rosso e verde, non cumulabile nel tempo, evitando file e di far vedere all'esterno chi ha la certificazione in regola e chi no. Abbiamo messo insieme dati del ministero della Salute e dell'Istruzione, le capacità tecniche del Mef e l'assistenza dell'Autorità della privacy. Sarà infine necessario investire in alte competenze nella Pa; nel ministero dell'Istruzione ne abbiamo la metà di quelle previste».

«Abbiamo usato tutti i fondi europei a disposizione e abbiamo indotto tutti gli enti locali a utilizzarli. Siamo in una fase di nuova negoziazione e noi come ministero abbiamo lavorato sui fondi del Pon e siamo passati dai 2,7 miliardi dell'anno scorso ai 3,8 miliardi. Un miliardo in più per la scuola». «Abbiamo messo in campo grandi risporse, quasi 2 miliardi per la riapertura: 150 milioni per le attività didattiche estive in sicurezza, 150 per il potenziamento delle competenze e il recupero della socialità, 350 milioni per la sicurezza degli ambienti scolastici, compresi gli aereatori nelle scuole pubbliche; 60 milioni per la sicurezza nelle scuole paritarie».

«È giusto che ogni scuola possa utilizzare le risorse al meglio: un contro se apro una finestra in classe a Bolzano, un conto in Sicilia, saranno le scuole a decidere come spendere, sono risorse già date. 342,5 milioni sono stati stanziati per risolvere il tema delle classi numerose; 400 milioni sono per gli incarichi temporanei al personale Ata e docente; 450 milioni per il trasporto scolastico e altri 50 milion per il fondo spostamenti casa-scuola-casa. Inoltre 270 milioni sono stati dati agli Enti locali per approntare interventi di edilizia leggera. Il ministro ha ricordato che «in molte zone non si riescono a costituire le classi prime, lo scorso anno le nascite sono state solo 400 mila».


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Settembre 2021, 12:11
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