Scuola di incertezza. Presidi, prof e genitori in rivolta: «Così non si riapre»

Scuola di incertezza. Presidi, prof e genitori in rivolta: «Così non si riapre»

di Lorena Loiacono
Tutti scontenti: la maestra, il preside, mamma e papà. Perché con il distanziamento la scuola, senza aule e senza docenti, rischia di non riaprire. Sulla ripartenza delle lezioni, infatti, i conti non tornano e così anche nel prossimo anno scolastico la didattica a distanza sarà inevitabile, più del previsto. Intanto oggi, mentre la ministra all'istruzione Lucia Azzolina ascolterà la Conferenza Stato regioni in merito alle linee guida sulla sicurezza per settembre, docenti e famiglie saranno in piazza in tutta Italia per manifestare e chiedere certezze. Le questioni rimaste in sospeso sono ancora troppe, vanno dalla mancanza di aule capienti con il distanziamento alla carenza di personale docente e ata, e resta tutto nelle mani dei dirigenti scolastici che, invece, chiedevano indicazioni precise.

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«La scuola non può partire così - denuncia Stefano Sancandi, preside del liceo scientifico Primo Levi di Roma - ci deve essere un patto a priori. Altrimenti non la apro, sono pronto anche a manifestare davanti al ministero. Nel mio istituto, per fare un esempio pratico, a settembre ci saranno 900 alunni, ma ho solo un 10% di spazi in più rispetto al massimo della capienza. Come farò?». Il reperimento degli spazi, per creare nuovi ambienti didattici, non è così semplice: comuni e province dovranno fornire alle scuole teatri e musei, parchi o ville: ma nelle grandi città quanti teatri comunali saranno a disposizione delle centinaia di istituti presenti? Non solo, se gli ambienti aumentano, occorrerà aumentare anche il numero dei docenti. Ma questa parte ancora non è stata trattata.



E mancano solo due mesi al 1 settembre: «La grande preoccupazione - ha spiegato Francesco Sinopoli della Flc Cgil, dopo un incontro deludente al ministero - è che avendo predisposto le Linee guida senza un giusto investimento di risorse, si stia scaricando una grossa responsabilità sulle autonomie scolastiche col risultato di un quadro dell'istruzione legato alle differenze territoriali. Il rischio è di approfondire le disuguaglianze già presenti nel Paese». In attesa di certezze anche famiglie e docenti, riuniti nel comitato «Priorità alla scuola», che oggi manifesterà in 60 diverse piazze italiane, per chiedere la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza di tutte le scuole, dai nidi alle università, a tempo pieno. Da Firenze a Roma in piazza San Silvestro, da piazza della Scala a Milano fino a Bologna e piazza del Plebiscito a Napoli.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Giugno 2020, 12:46
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