Scuola al via, il ministro Bianchi: «Tutti i prof al loro posto». Ma i sindacati lanciano l'allarme: ne mancano 200mila

Scuola al via, il ministro Bianchi: «Tutti i prof al loro posto». Ma i sindacati lanciano l'allarme: ne mancano 200mila

Scuola al via in tutta Italia, e gli insegnanti ci saranno tutti. Parola del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchiche nel corso del Forum Ambrosetti a Cernobbio ha assicurato: «Stiamo aprendo l'anno scolastico, avremo tutti gli insegnanti al loro posto». «In molte regioni - ha aggiunto - abbiamo fatto le supplenze, quest'anno non ci saranno le 40 mila supplenze legate al covid. Quindi non è che mancano ma non ci sono perchè erano legate al covid. Stiamo lavorando per garantire a coloro che verranno la tavola apparecchiata e si può iniziare a servire la cena».

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Il Governo «non ha mai parlato della possibilità di fare un giorno in Dad per via del caro energia», ha aggiunto Bianchi. «In ogni caso - ha proseguito il ministro - la mia posizione è chiarissima. Di fronte ai problemi che abbiamo e che tutti conosciamo, la scuola deve essere l'ultima a essere toccata». «Noi comunque non abbiamo mai parlato di questo», ha ribadito.

«La questione demografica deve essere al centro dell'attenzione. Perché non vorrei che noi costruiamo i pollai e poi non abbiamo i pulcini. Abbiamo messo 4,1 miliardi sugli asili nido, dando attenzione alle persone che devono gestire i nostri bambini». «E poi - ha aggiunto - ci sono 4,6 miliardi per la parte digitale per avere la banda larga per 44 mila edifici scolastici. Aver permesso che anche nelle scuole dei Paesi più piccoli c'è la banda larga significa che le famiglie poi possono vivere».

I sindacati: «Mancano quasi 200mila prof»

Le frasi del ministro non trovano però esattamente sponda nei sindacati, che pochi giorni fa avevano lanciato l'allarme: quasi 200 mila insegnanti supplenti, oltre 500 presidi mancanti in tutta Italia, personale Covid non più previsto. L'anno scolastico che si appresta a ripartire, con la riapertura degli istituti e il rientro dei docenti a scuola, in attesa dell'inizio delle lezioni, si presenta pieno di incognite e di vecchi problemi. I sindacati lamentano cattedre scoperte oltre il 50% rispetto alle disponibilità di assunzioni arrivate dal Mef, almeno 150-200 mila docenti precari che colmeranno l'assenza di prof titolari, assenze di circa 15 mila amministrativi e collaboratori scolastici.

Neanche il problema delle classi pollaio è stato risolto: «non sono tante ma sono soprattutto nelle scuole superiori e rimarranno tali: secondo noi una classe dovrebbe avere 20-22 alunni ma abbiamo classi di 28-30 allievi quando non di più», dice il presidente di Anp Roma, Mario Rusconi. Per il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli «serviva l'organico Covid ma non è stato rinnovato: è questa una enorme responsabilità che porta il governo Draghi.

Poi c'è la questione del rinnovo del contratto collettivo di lavoro: servono risorse aggiuntive e lo ribadiremo l'8 settembre in un incontro con tutte le forze politiche».

Sulla stessa linea Giuseppe D'Aprile, neo segretario Uil Scuola. «Il nuovo anno scolastico parte con il piede sbagliato. Nulla di diverso rispetto agli altri anni. Relativamente all'emergenza Covid il ministero ha emanato una circolare per dire che non ci sarà nessuna circolare. L'organico covid non verrà rinnovato, nessuna concessione relativa all'organico di fatto aggiuntivo rispetto allo scorso anno, le graduatorie sono piene di errori e il contratto di lavoro non è stato rinnovato. Nonostante tutto, il personale il primo settembre si recherà a scuola con la consueta dedizione e professionalità», afferma.

«Con la riapertura delle scuole e l'inizio del nuovo anno scolastico si riproporranno gli stessi problemi, probabilmente aggravati non solo dalla possibile ripresa dei contagi da Covid ma anche dagli effetti della emergenza energetica», è il timore di Elvira Serafini che guida il sindacato Snals. «Queste prime settimane vedranno in campo anche il nuovo assetto governativo: la scuola sarà in una dimensione di attesa rispetto alla compagine dell'Esecutivo», sottolinea Ivana Barbacci, segretario della Cisl Scuola.

In mezzo c'è la trattativa per il rinnovo del contratto al personale della scuola, che riprenderà il proprio cammino il 7 settembre in un nuovo incontro con l'Aran dopo la pausa estiva. «Questo vuol dire che c'è la volontà di riprendere il negoziato ma le risorse sono assolutamente inadeguate», lamenta Barbacci. Le sigle sindacali il giorno dopo, l'8 settembre, incontreranno i partiti politici «per trarre dalla campagna elettorale gli impegni per i quali la scuola giudicherà la serietà di quanto messo in campo, oltre che dichiarato», dicono tutti. Infine, motivo di grande scontento per i sindacati, sono le previsioni del dl Aiuti bis sulla formazione, con l'introduzione del «docente esperto»: ma neppure lo sciopero unitario dello scorso 30 maggio è servito per bloccare queste sgradite novità.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Settembre 2022, 22:11
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