L'operazione è nata nel capoluogo piemontese, dopo che i finanzieri, alcuni mesi fa, avevano denunciato i due titolari di una sala scommesse illegale, mascherata da punto raccolta, nel quartiere Lingotto. I due concessionari coinvolti nell'inchiesta, avevano predisposto le loro piattaforme di gioco in modo tale da memorizzare i dati sensibili di accesso ai conti gioco aperti dai clienti, senza l'immissione di password personali. Così facendo, i conti personali e i profili degli ignari giocatori potevano essere «utilizzati» anche in loro assenza in quanto i dati rimanevano memorizzati sul conto madre di ogni singolo punto vendita.
La truffa, oltre ad aggirare l'apparato concessorio dei Monopoli di Stato, ha causato una vorticosa falla nell'intero database che avrebbe dovuto garantire la riservatezza dei dati personali dei clienti. Ad aggravare la posizione dei concessionari la creazione di 60 siti denominate SKIN che attraverso i punti di ricariche (PVR) presenti sul territorio consentivano di ricevere scommesse su canale di raccolta fisica senza aver pagato la relativa concessione statale, che per tale attività ammonta a 6.000 euro a punto vendita. In questo modo, nei punti vendita, spacciati per la maggior parte come internet point, potevano tranquillamente accedere i minori in quanto privi di particolari restrizioni e divieti.
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e condotta dai finanzieri del Gruppo Torino, è culminata questa mattina con decine di perquisizioni nelle provincie di Roma, Napoli, Milano, Palermo e Teramo e Torino.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Dicembre 2019, 09:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout