Universitari schiavi delle scommesse: 3 studenti su 4 si giocano la bolletta
di Valentina Rivelli
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Per comprendere al meglio i dati, bisogna fare una netta distinzione tra giochi di fortuna e giochi di abilità: i primi sono quelli il cui risultato dipende totalmente o parzialmente dal caso e dalla fortuna. Esercitarsi in questi giochi non può in alcun modo aumentare le probabilità di vincere: facciamo riferimento, ad esempio, alle slot machine e ai gratta e vinci.
Quelli di abilità, al contrario, necessitano di certo livello di conoscenze o bravura. In questi giochi, come ad esempio le scommesse sportive, il giocatore può almeno in parte influire sul risultato del gioco. Alla luce di questi elementi, i dati della scuola fondata dal professor Carlo Rizzo sono molto più chiari. Il gioco più apprezzato è quello legato alle scommesse sportive: il 41% degli intervistati ha giocato una bolletta almeno una volta al mese, il 18% tutte le settimane.
Almeno una volta al mese il 20% gioca ai gratta e vinci e il 21% alle slot machine. Solitamente si scommette da soli (15%), mentre il 34% lo fa insieme agli amici.
Ma come vengono percepiti questi giochi dai giovani studenti?
Oltre il 50% del campione analizzato (50,7%) è convinto che al gioco valgono bravura, intelligenza e conoscenze e che quasi uno su cinque (18,7%) ritiene di aver vinto proprio grazie ad esse. Per un universitario su tre l'azzardo è visto come un piacevole svago. «Numeri impressionanti», spiega il responsabile dell'Istituto Scuola Romana Rorschach, Vito Rocco Genzano. La spesa può arrivare anche a superare largamente una gli oltre 1.000 euro all'anno. Il 14% degli intervistati ha o ha avuto familiari o amici con problemi di gap (gioco d'azzardo patologico) in famiglia.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Settembre 2018, 12:52
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